veleni interrati

Ideal standard, il tribunale decide sulla perizia

Ieri l’udienza presso la sezione Lavoro e la richiesta di sopralluogo fatta dagli ex operai

Si riservata la decisione il Tribunale del lavoro, che ieri è stato chiamato a decidere sulla richiesta di sopralluogo nell’area dell’ex Ideal Standard, avanzata dai legali Dante Stabile e Anna Amantea. Che hanno chiesto la nomina di un consulente tecnico d’ufficio per una verifica “dinamica” su quanto è potuto accadere nel corso dei processi di lavorazione, prima che anche quel che resta della fabbrica sia demolito.

In primo grado il giudice del lavoro ha rigettato la richiesta, nonostante la disponibilità degli operai ad accollarsi i costi della perizia. Ora la parola passa all’organo collegiale, a cui è stato presentato ricorso, che nei prossimi giorni renderà pubblica la sua decisione.

L’ Ideal Standard ha chiuso i battenti nel 1999, ma per una parte del personale le attività sono continuate fino al 2004, per smantellare la fabbrica e consegnare edifici e suoli alla nuova proprietà, nell’ambito del fallito progetto Sea Park. È in quella fase che pannelli e altri materiali contenenti amianto sarebbero stati smaltiti in modo illecito. Diversi operai, infatti, hanno denunciato «l’avvenuto interramento del materiale di risulta (forni, caldaie, impianti etc) in apposite buche scavate nel piazzale antistante l’edificio, tuttora esistente, con conseguente contaminazione del sito». E la perizia richiesta dai legali vuole proprio accertare cosa accadesse realmente nelle fasi di lavorazione.

La fuoriuscita di amianto nel corso delle demolizioni sarebbe infatti solo l’ultimo atto. «Le materie prime utilizzate per gli impasti che venivano colati nelle forme di gesso contenevano fibre di amianto - è scritto nell’esposto presentato all’Asl - I manufatti realizzati venivano caricati su carrelli dotati, nella parte di contatto, di un cordone di fibra di amianto che svolgeva anche la funzione di isolante termico nei forni di cottura. Peraltro, l’attrito tra i carrelli provocava lo sfaldamento dei cordoni con ulteriore dispersione di fibre». Secondo i lavoratori, inoltre, «tutti i cicli produttivi erano caratterizzati da un massiccio impiego di materiali contenenti amianto»

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