L'INCHIESTA

Iacp Futura: mattoni, banche e favori in 7 nei guai

L’intreccio tra politica, credito e imprenditoria

SALERNO - Passaggi di capitale ingiustificati, ammanchi e sforature nei bilanci, consulenze e infine un buco nero che ha affossato la società Iacp Futura, poi decotta con perdite milionarie: la vicenda approda ora alla fase dell’udienza preliminare fissata per il prossimo 11 ottobre davanti al gup del Tribunale di Salerno, Giovanna Pacifico, con sette persone per le quali il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per una sfilza di reati. L’inchiesta sul crack della società “Iacp Futura” parte da lontano, da fascicoli aperti dalla magistratura salernitana su episodi di politica e malaffare. Il filone sull’Iacp Futura, concentrato sul buco finanziario, si chiamò “Scudo”, e fu l’esito di una attività della Direzione investigativa antimafia di Salerno, con 7 persone accusate di bancarotta fraudolenta a vario titolo, con ruoli diversi. I fatti contestati riguardano Gaetano Chirico, componente del Cda del “Credito Salernitano” e già presidente e commissario straordinario di “Iacp Salerno” prima di diventare presidente di “Iacp Futura”; Massimo D’Onofrio, politico di spicco del centrodestra paganese, consigliere comunale, poi provinciale, vicesindaco e infine presidente del Consiglio comunale di Pagani, con ruoli nei Cda di “Iacp Salerno” e “Iacp Futura”; Salvatore Marrazzo, imprenditore edile; Rosaria Chechile, amministratore delegato e componente del Cda della “Iacp Futura” e azionista di maggioranza e direttore tecnico della “Real Edile”, società partecipata di “Iacp Futura; Sabato Mottola, Giuseppe Fiorillo, Angelo D’Angelo.

Alfonso T. Gueritore