I terreni in zona Taverna ritornano al Comune 

Ventinove anni di battaglie giudiziarie per l’area contesa alla famiglia Lamberti L’Asl vuole gli undici ettari, ma la sindaca ribatte: «Abbiamo piani ambiziosi»

Alla fine, dopo ventinove anni di battaglia giudiziaria, il Comune s’è ripreso i terreni di Taverna. E alla finestra c’è già l’Asl, che cita in giudizio l’Ente e rivuole gli appezzamenti che furono dell’allora Usl.
Si respirava grande entusiasmo ieri mattina tra via Archimede, via Parmenide, via Bosco I e viale Brodolini, mentre, alla presenza dell’ufficiale giudiziario, Anna Froia, degli agenti di Polizia e del perito agrario Gerardo Erra, i rappresentanti comunali partecipavano alle operazioni di rilascio degli 11 ettari di terra contesi a lungo con la famiglia Lamberti. A Taverna, per l’Ente, oltre alla sindaca Cecilia Francese, c’erano il dirigente dell’avvocatura, Giuseppe Lullo, che per decenni ha seguito, con il civilista Gianfranco Mobilio, l’intricata causa, e il numero uno dell’ufficio tecnico, Pasquale Angione. E per le misurazioni c’erano i comunali Arnaldo Negri, Giovanni Tavarone e Franco Ruggiero, con gli agenti di polizia municipale, guidati dal responsabile Gerardo Iuliano.
È una vasta area a ridosso delle nuove “Sandro Penna” quella che è stata oggetto d’una procedura esecutiva ordinata dalla sezione agraria del Tribunale di Salerno. “Proprietà comunale”, c’è scritto su un foglio che ora è in bella mostra a via Bosco I, sul cancello verde d’una tenuta agricola, all’interno della quale, oltre a orti e piante coltivati fino a poche ore prima, la delegazione s’è ritrovata dinanzi utensili agricoli, concimi, pompe d’irrigazione e perfino trenta galline, che oggi saranno prese in consegna dai proprietari. E pure i possessori del materiale rimanente, per riaverlo, dovranno recarsi a Palazzo di Città entro quindici giorni. Coadiuvato proprio dalla sindaca e munito di tenaglia, un poliziotto ha forzato il lucchetto, che è stato sostituito con una nuova serratura mobile. La Froia, che ha verbalizzato tutto, s’è recata con gli altri pure all’interno di un’azienda di carrelli elevatori, proprio a via Brodolini: duemila metri quadrati dello stabilimento, infatti, ricadono nel novero dei terreni rilasciati.
Una vera e propria odissea, quella dei proprietari, che vedono a rischio un’area che avevano regolarmente acquistato negli anni Novanta da Biagio Lamberti: una cessione che sarebbe stata pure ratificata dai giudici nei Duemila. A Palazzo di Città, per la particella, è prevalso il buon senso. E ora ci si prepara a lottare a suon di arringhe contro l’Asl, che vuole per le vie legali quegli undici ettari cari all’amministrazione: «Non li venderemo neppure», avverte la sindaca. Su quei terreni, con il Puc alle porte, ci sono ambiziosi progetti. «Alcuni quartieri interni di Taverna - spiega - sono sprovvisti di servizi, e dobbiamo rottamarli per ricostruirli meglio altrove: magari potremmo sfruttare proprio questi terreni…».
Carmine Landi
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