le reazioni dei sindacati 

«I tempi devono essere uguali Cambia solo il medico a scelta»

Sul blocco per due mesi degli interventi chirurgici in intramoenia, cioè “privati” e al fuori dell’orario di lavoro, disposto dalla direzione aziendale per il reparto di Chirurgia generale del Ruggi,...

Sul blocco per due mesi degli interventi chirurgici in intramoenia, cioè “privati” e al fuori dell’orario di lavoro, disposto dalla direzione aziendale per il reparto di Chirurgia generale del Ruggi, intervengono i rappresentanti sindacali. L’ortopedico Francesco Bruno (Cgil medici) afferma che «se i risultati dei controlli sono giusti, sulle liste d’attesa va fatta una riorganizzazione». Però Bruno chiarisce un punto. «Durante gli interventi chirurgici eseguiti in intramoenia non si “compra” il tempo, si sceglie solo il medico che si desidera debba eseguire l’intervento». Cioè la lista d’attesa è una, e non due, e di norma si aspetta il proprio turno senza superare nessuno, anche se si paga. Il problema sorge quando non c’è «allineamento tra i tempi degli interventi ordinari e quelli in intramoenia», se i secondi si effettuano più rapidamente qualcosa non va. «Sono state messe a confronto le attese medie di chi paga con quelle di chi non paga e sono emerse discrepanze. Deve invece esserci almeno la stessa velocità in entrambi i casi». Per Margaret Cittadino (Cgil) le discrepanze «erano una prassi risaputa, anche l’amministrazione era stata messa al corrente. Occorre organizzare bene sia il rapporto tra interventi fatti in intramoenia e ordinari sia il numero di posti letto utilizzati per un tipo di intervento e per l’altro. Inoltre i posti letto dovrebbero essere 15 e non 8. Evitiamo che si vada in Basilicata o a Milano. Comunque la disposizione adottata dall’Azienda è un atto incoraggiante, è possibile controllare e mettere in riga». Per il ginecologo Franco Marino (Cisl medici) «l’intramoenia per nessun motivo può superare i volumi degli interventi ordinari. Occorre datarci di forze giovani per garantire qualità e celerità». «Il decreto regionale prevede che, se ci sono distorsioni, occorre intervenire e l’Azienda lo ha fatto – puntualizza il pediatra Lello Albano (Uil medici) - A tutela dei colleghi, persone perbene, è fondamentale rinnovare gli incarichi dirigenziali e applicare l’atto aziendale». (m.c.)
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