TERREMOTO IN PROCURA

I summit col pm spiati da una “cimice”

L’inchiesta sul magistrato Penna: intercettati due incontri con imprenditori e faccendieri. Le consulenze all’avvocatessa

SALERNO - Sono quegli incontri avvenuti in un ufficio della procura di Salerno tra alcuni imprenditori e il pm Roberto Penna il nocciolo duro dell’inchiesta dei magistrati napoletani che indagano sul sostituto per rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze. Incontri cruciali per comprendere esattamente quello che è accaduto, nell’ambito di un’indagine sui cui vige un notevole riserbo da parte degli inquirenti e degli investigatori del Ros di Salerno.

L’inchiesta e le intercettazioni. È da poco iniziato il 2021. A cavallo dell’Epifania i movimenti degli indagati sono già monitorati dagli inquirenti. Negli uffici di Penna, c’erano le “cimici” piazzate dai carabinieri del Ros, che registrano tra il 5 e l’8 gennaio scorsi gli incontri con alcuni imprenditori. Il 5 gennaio, si sarebbero visti, quattro dei sette attuali indagati, sei dei quali hanno subito una perquisizione nelle ultime ore. A vedersi sarebbero stati il pm Penna, un avvocato, un imprenditore e un faccendiere. Le microspie del Ros avrebbero registrato i colloqui, dai quali emergerebbe la volontà del pm di indagare su un altro imprenditore che, successivamente è stato informato dai colleghi circa le intenzioni del magistrato. A questo imprenditore, anche lui iscritto nel registro degli indagati, i due colleghi avrebbero prospettato come soluzione agli accertamenti l’attribuzione dei incarichi professionali all'avvocato legato al magistrato. Dopo alcuni incontri interlocutori, anche questi documentati dai carabinieri, se ne tiene uno ritenuto risolutore, quello dell’8 gennaio. A distanza di poco tempo da questa ultima riunione, l’avvocato Maria Gabriella Gallevi, legata sentimentalmente al pm Penna, avrebbe ricevuto l’incarico, iniziando una collaborazione professionale nel gruppo imprenditoriale di uno degli indagati, quello nei confronti del quale il pm aveva annunciato accertamenti. Il professore Andrea Castaldo, difensore del pm Penna, ha confermato la disponibilità del suo assistito «a chiarire la vicenda agli inquirenti napoletani». Il professor Agostino De Caro, difensore di Eugenio Rainone, imprenditore di Sarno, uno dei più noti costruttori edili della provincia di Salerno, tra gli indagati dell’inchiesta, ha sottolineato che nessuna condotta specifica è attribuita nel decreto di perquisizione di cui è stato oggetto, né, a sua conoscenza, esistono procedimenti di cui si è occupato il pm Penna che hanno riguardato il suo assistito. Si dice che Penna potesse aver avviato un’inchiesta sulle opere di ripascimento a Salerno nelle quali è interessato anche la ditta di Rainone, ma questa è una voce che al momento non ha conferme.

Il contesto e i personaggi. Tra gli indagati dalla procura di Napoli c’è anche il generale della Guardia di Finanza, attualmente in pensione, Fabrizio Lisi, noto anche per essere il presidente del Novara Calcio. Lisi sarebbe stato rappresentante legale assieme ad un collega pari grado di un consorzio di imprese alcune delle quali colpite a Napoli da interdittive antimafia. Le indagini della procura di Napoli stanno approfondendo proprio alcuni presunti suggerimenti di Penna e contatti in prefettura a Salerno, in merito alle interdittive. Il nome di Lisi è di quelli che si definiscono di peso. Era già emerso nel fascicolo di Luigi Bisignani, il manager che sussurrava ai potenti. Bisignani, andreottiano di ferro, iscritto alla P2 (anche se lui ne smentì l’appartenenza) fu coinvolto anche nelle indagini sulla P4. Al centro dell’inchiesta anche un consorzio di imprese composto da 93 aziende. Un consorzio che una volta trasferito a Salerno vide attribuire la rappresentanza legale al generale della finanza in pensione. Nell’inchiesta sono indagati anche l’imprenditore ed esperto di banche ed economia, il salernitano Umberto Inverso tra l’altro vicepresidente del Novara Calcio, presieduto dal generale Lisi, Gregorio Fiscina (zio del pm Penna) ma per fatti diversi da quelli contenuti nel filone principale, e l’imprenditore vesuviano Francesco Vorro, al vertice del Consorzio ReseArch.

Salvatore De Napoli