la storia

I social si mobilitano per Hilham senza gambe e mani

La donna, 28 anni, le ha perse per un batterio contratto durante il lavoro nei campi. Gara di solidarietà anche in ospedale a Eboli

EBOLI. La storia di Hilham arriva dritto al cuore al punto da spingere in tanti a mettere in piedi una vera e propria gara di solidarietà. Hilham di anni ne ha 28, è senza gambe nè mani, vive in Italia da quasi dieci anni, è una cittadina in regola coi documenti, sposata è madre di uno stupendo bambino di sette anni che va a scuola e ben integrato nel tessuto sociale. Hilham da quando è arrivata in Italia nel lontano 2006 ha fatto diversi lavori, rompendosi la schiena nei campi della Piana del Sele fino a quel maledetto giorno in cui un batterio invisibile gli ha provocato una terribile malattia difficile da curare al punto che i medici per salvarle la vita sono stati costretti ad amputargli braccia e gambe.

Da qualche giorno Hilham è ricoverata al “Maria Santissima Addolorata”, appoggiata nel reparto di terapia intensiva in attesa che si liberi un posto in ortopedia. Nel frattempo sta eseguendo tutta una serie di visite specialistiche per evitare ulteriori e dannose conseguenze.

Giunta in ospedale con quel poco che aveva, la sua fragilità ha subito fatto breccia nei cuori della gente: accanto a lei per aiutarla a superare i problemi legati ad una corretta comprensione della lingua e differenza della cultura c’è Fathia Chakir, interprete linguistico e mediatrice culturale, che la sostiene psicologicamente. Ed è stata la stessa mediatrice che dal suo profilo social ha lanciato un appello alla solidarietà per la causa di Hilham. In poche ore centinaia di persone hanno contattato Chakir per sapere cosa donare sia alla ragazza che al suo bambino.

Una signora del posto commossa dalla storia si è subito recata in ospedale con un pigiama. La solidarietà ieri ha viaggiato su due binari paralleli, uno virtuale e l’altro materiale: diversi cittadini si sono organizzati in totale autonomia per raccogliere cibo, sapone, vestiti, indumenti vari da poter donare alla donna. La raccolta va avanti in modo automatico chi ha piacere si reca in ospedale e dona.

Solidarietà e la vicinanza di tante persone sono le cose che Hilham si ritroverà quando tornerà a casa da suo figlio. Ieri per tutta la giornata i vari gruppi social si sono mobilitati per dimostrare ad una donna mutilata nel corpo da un nemico invisibile che non è sola.