I sindaci si spaccano sul “caso De Luca”

Pareri discordanti tra gli amministratori di centrodestra e di centrosinistra Romano: «Così resta tutto in sospeso». Canfora: «C’è bisogno di chiarezza»

SALERNO. Quanto tutto quello che sta accadendo dalle parti di via Santa Lucia può influire in negativo sul governo dei territori? Quanto questa situazione tiene bloccata la macchina amministrativa? Lo abbiamo chiesto a coloro che più di tutti hanno il polso della situazione e si rendono conto degli effetti reali che tutto questo sta producendo sullo sviluppo della regione, ovvero i sindaci.

Naturalmente le opinioni sono discordanti a seconda che si prendano in esame le considerazioni di esponenti del centrodestra o del centrosinistra, tuttavia su una cosa sono tutti d’accordo: non bisogna strumentalizzare la vicenda giudiziaria per analizzare quella politica.

«Le vicende giudiziarie di De Luca non le conosco nel dettaglio e comunque restano un suo problema», esordisce infatti il sindaco di Mercato San Severino Giovanni Romano (esponente di Fratelli d’Italia). Tuttavia dovendo fare un bilancio di questi primi mesi di governo, non può non rilevare che «uno dei pochi risultati di governo ottenuti fino ad ora è quello della legge per il riordino del sistema idrico che è identica a quella presentata dal centrodestra e non discussa solo per mancanza di tempo. Ha imitato Caldoro con qualche peggioramento», per il resto «è passato troppo poco tempo per dare un giudizio. Molte questioni sono ancora sul tappeto e necessitano di tempo per poter essere valutate. Il problema è che sembra sempre un po’ tutto sospeso». Una conseguenza anche della “spada di Damocle” della Severino e delle nuove vicende giudiziarie, come sottolinea il primo cittadino di Montecorvino Pugliano Mimmo Di Giorgio (dirigente di Forza Italia). «Ovviamente restiamo sempre garantisti - spiega - anche perchè c’è ancora un lavoro della magistratura in corso. Bisogna però sottolineare che questa condizione complessiva crea un impasse che non permette di governare e che blocca i cittadini campani. Tutto questo mentre ci sono delle scadenze importantissime; non bisogna dimenticare che rischiamo di perdere un miliardo e 700milioni di fondi europei. Questo esempio, rende l’idea di come questa condizione del presidente contribuisce a peggiorare le cose». Quello che il sindaco nota è «l’assenza totale di un governo incisivo in una fase di per sè straordinaria. È evidente che si è concentrati su altro e non sulle emergenze che la Campania vive. Un governo attento che riesca ad agire in tempo utile al momento non c’è», conclude sempre Di Giorgio. Piena fiducia in De Luca e nella magistratura è, invece, quella espressa dai sindaci salernitani del Pd, all’indomani del rinvio della discussione di merito sulla questione della legge Severino, ma anche su quella che vede coinvolto lui ed il suo ex capo staff. «Spero che le indagini facciano chiarezza – ha detto il sindaco di Sarno e presidente della Provincia, Giuseppe Canfora – perché l’Italia è la patria dei millantatori. È semplice costruire trappole, uno sport anche abbastanza frequentato. Purtroppo, quando una persona sta in difficoltà gli sciacalli non mancano mai». Per il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli, «De Luca rappresenta l’unica svolta reale per la Campania ed è per questo motivo – ha spiegato – che la sua capacità di governo deve essere salvaguardata a beneficio dei cittadini». Per Gianfranco Valiante, sindaco di Baronissi, le sorti giudiziarie di De Luca si intrecciano anche con quelle legate al rimpasto all’interno della segreteria regionale, voluto proprio dalla segretaria Assunta Tartaglione, all’indomani delle indagini della Procura di Roma. «Si è scelto il momento meno propizio – ha sostenuto l’ex consigliere regionale – perché non mi pare che si dovesse attendere una disgrazia per tutto il Pd per fare ciò che è stato fatto, dando così adito a pensieri anche troppo maliziosi». Ed infatti, il cambio degli uomini all’interno del partito regionale, è stato visto anche come una volontà «di delimitare l’autonomia del presidente De Luca» e di questo ne è convinto il sindaco di Bellizzi e consigliere provinciale, Domenico Volpe. Una sorta di commissariamento, secondo il sindaco di Buccino, Nicola Parisi, che ha bollato come offensiva anche la decisione di inserire il braccio destro di De Luca, Fulvio Bonavitacola, all’interno della segreteria ma senza diritto di voto.

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