I ricercatori dell’Ateneo sono sul piede di guerra

Avviata la protesta contro il sistema di valutazione del lavoro su base nazionale Minacciano di ritirare i loro progetti. Barletta: «Privilegiati i centri più attrezzati»

I ricercatori sono di nuovo sul piede di guerra. Anche a Salerno il mondo universitario ha deciso di non restare in silenzio di fronte a quello che viene denunciato come l’ennesimo attacco istituzionale, che secondo gli addetti ai lavori rischia di minare ancora una volta la solidità del nostro sistema di ricerca scientifica. Quest’anno parte il nuovo VQR – sistema di valutazione della qualità della ricerca. Si tratta di un programma di valutazione su scala nazionale organizzato periodicamente; l’ultimo era stato indetto per valutare lo stato della ricerca italiana in ogni suo settore dal 2004 al 2010. Oggi sotto esame sarà invece il triennio 2011-2014. Èproprio contro il VQR che si sta mobilitando tutto il mondo accademico della ricerca, che definisce tale metodo inadeguato alla effettiva valutazione della qualità, basata invece su parametri puramente quantitativi e poco equi.

«I problemi del VQR sono sostanzialmente due: uno di natura politica, che riguarda la direzione di tutte le ultime politiche per lo sviluppo della ricerca e cosa hanno fatto i diversi Governi in questi anni per l'Università; l’altro è di natura tecnica, e riguarda come si valuta la ricerca e se questa valutazione sia effettivamente corretta». Diego Barletta, ricercatore dell’Università di Salerno presso il Dipartimento di ingegneria industriale, nonché uno degli attuali candidati al Senato accademico dell’Università di Salerno, ci spiega che la questione non è di non voler essere valutati. «Tutt’altro. Noi vogliamo essere valutati perché questo è importantissimo ai fini dello sviluppo della stessa ricerca. Il punto è che un tipo di valutazione come quella del VQR sarebbe meglio non farla». Il VQR è un sistema di valutazione basato principalmente sulla bibliometria, una disciplina che misura la capacità di impatto delle pubblicazioni scientifiche.

«Si basa sostanzialmente sul così detto “impact factor” delle riviste scientifiche sulle quali un ricercatore pubblica, cioè sul numero di volte in cui un articolo scientifico viene citato internazionalmente in un determinato ambito. In pratica una ricerca scientifica è valutata sul numero di citazioni, numero di pubblicazioni, numero di volte in cui la rivista sulla quale si è citati viene citata a sua volta», spiega Barletta.

Effettivamente sono tutti elementi quantitativi. I ricercatori di tutta Italia e anche quelli di Salerno, promettono una forte mobilitazione, prima di tutto ritirando quanti più progetti dalla piattaforma online per la valutazione VQR. Gli effetti sarebbero su scala nazionale ma anche europea. «Basterebbe far mancare all’appello il 30% dei progetti per rendere non rappresentativa i risultati di valutazione dell’intera ricerca italiana». I ricercatori chiedono metodi migliori per contestualizzare il loro lavoro, che non è uguale e al pari livello per tutti i laboratori, a seconda delle strumentazioni e delle risorse a disposizione. «Vogliamo lavorare ed essere valutati, anche di più: invece di stilare classifiche con valori assoluti ad esempio tra Milano e Caltanissetta, avrebbe molta più valenza verificare le differenze di voto tra le valutazioni precedenti e quelle successive tanto a Milano quanto a Caltanissetta». Forse questo eviterebbe di premiare chi già si trova in una situazione di partenza migliore, non facendo altro che amplificare i divari, tutti nostrani, tra Nord e Sud.

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