I progetti delle imprese “made” in Unisa approdano all’estero

In arrivo investitori statunitensi per il social game Mangatar E in Africa sarà usato impianto messo a punto nel campus

Da Salerno a Boston: l’innovazione “made” in Unisa sbarca oltreoceano. Dopo aver vinto il Pni 2012 (Premio Nazionale per l’Innovazione) svoltosi a Bari, i cinque salernitani ideatori di Mangatar – il social game ispirato al mondo dei fumetti – hanno consegnato, ieri mattina, la coppa nelle mani del rettore dell’ateneo salernitano, Raimondo Pasquino, accompagnando la cerimonia con un annuncio: «Abbiamo firmato con Dpixel – ha spiegato Andrea Postiglione, tra i membri dell’azienda – Questo accordo ci darà la spinta necessaria a concretizzare il nostro progetto più velocemente, sia in termini economici che di internazionalizzazione». Non è un caso che, proprio nei prossimi mesi, gli ideatori della piattaforma, a cui, ad oggi, sono affiliati ben 45mila giocatori, voleranno verso Boston per presentare il proprio piano imprenditoriale ad investitori americani. «Siamo stati selezionati, insieme ad altre nove idee italiane, per partecipare all’edizione 2013 del Techgarage di Boston – ha chiarito Raffaele Gaito, tra i fondatore di Mangatar – L’evento, che vuole supportare la crescita delle piccole e medie aziende europee ad alto contenuto informatico, ci darà la possibilità di presentarci sul mercato globale».

Uno start-up vincente che, da marzo 2012, si è trasformato in azienda, cominciando a produrre fatturati e assumendo il primo dipendente: Mangatar, comunque, non dimentica le proprie radici. È proprio agli studenti dell’Università di Salerno, infatti, che il team di programmatori vuole dedicare la seconda parte del progetto che vedrà la realizzazione di un nuovo social game. «Sta per essere lanciato in rete Dengen Chronicles – ha aggiunto Postiglione – Il gioco sarà il seguito di quanto abbiamo già fatto in questi anni. Vorremmo che a provare la versione beta fossero proprio gli studenti di questo Ateneo. In fondo è qui che ci siamo formati e, nonostante i piani di internazionalizzazione, vorremmo mantenere una stretta collaborazione con l’Università e con chi la vive, cioè i ragazzi».

Ma Mangatar non è l’unico start-up ad avere ottenuto risultati interessanti: al dipartimento di Ingegneria Civile, infatti, si pensa ad un impianto per il trattamento delle acque reflue, tramite le radiazioni solari. «Ad aver creduto in noi sono già due aziende del Nord, tra queste “Ecomarca” di Treviso – ha detto Luigi Rizzo, che è tra gli artefici del progetto – I finanziamenti, che verranno messi a nostra disposizione, saranno essenziali per lo sviluppo del prototipo che effettueremo proprio nei nostri laboratori».

Intanto, nelle prossime settimane, potrebbe aprirsi una grande occasione che porterà l’idea direttamente in Burkina Faso: «La “Solar Group Energy”, impresa di Pordenone, sta per partire con un progetto che raggiungerà lo stato dell’Africa Occidentale per la realizzazione di cucine solari – ha continuato Rizzo – A noi è stato chiesto di sviluppare un piano per la purificazione delle acque. A breve riceveremo la risposta definitiva, ma questo contatto potrebbe portarci al di fuori del mercato nazionale prima del previsto».

Rita Esposito

©RIPRODUZIONE RISERVATA