VERTICE IN PROVINCIA

I produttori denunciano:"Latte scadente dall'estero"

Secondo le associazioni di categoria esiste un via vai di autobotti che vendono il prodotto sottocosto senza alcun controllo

Parole pesanti come pietre. Pronunciate da persone responsabili ad una riunione in una sede istituzionale. Ogni giorno le strade della provincia di Salerno sono percorse da cisterne che trasportano latte proveniente dall’estero e che viene venduto a 25-28 centesimi al litro. Un prezzo che, secondo quanto denunciato dalle organizzazioni professionali agricole ieri mattina all’incontro convocato dall’assessore provinciale all’agricoltura Corrado Martinangelo, è sotto costo. Una concorrenza che definire sleale è un eufemismo e che finirà per mettere fuori gioco la zootecnia locale che produce latte di qualità a costi molto più alti.
Ma chi acquista questo latte che viene da fuori? E, soprattutto, è sicuro per il consumatore e serve a produrre cosa? A sollevare per primo il problema della mancanza di controlli è stato Gioacchino Maione di Confagricoltura: «Sul mercato scopriamo che ci sono sofisticazioni, latte microfiltrato prodotto in regioni del Nord che viene venduto con la dicitura alta qualità. Noi produttori locali siamo controllati sempre, in ogni momento, ma chi controlla le autobotti che vengono dall’estero? Basta mettersi sull’autostrada per verificare che arrivano centinaia di cisterne , ma quello che portano non è latte di qualità, ma latte sofisticato. Servono controlli serrati, non possiamo più consentire queste illegalità».
A margine della riunione viene chiarito che il latte venduto a prezzi stracciati è commestibile, ma che verrebbe addizionato, a secondo delle esigenze, con proteine, grassi e quanto serve per abbattere la carica batterica.
A rincarare la dose ci ha pensato Pietro Caggiano della Coldiretti: «Ora basta, ci vogliono regole e devono essere rispettate da tutti. Come si fa in Costiera Amalfitana e sorrentina a produrre tutto quel caciocavallo del monaco se ci sono pochissime mucche? E bisogna smetterla anche con questa storia del caciocavallo "silano" nel Vallo di Diano, non esistono tante mucche podoliche da giustificare una così forte produzione». Affermazioni che lasciano intendere che il latte estero verrebbe assorbito dai caseifici locali. Su come sia possibile immetterlo sul mercato a prezzi così bassi, a margine della riunione, circolavano varie tesi. Secondo quella più accreditata si tratterebbe di latte "fuori quota", cioè prodotto in eccesso rispetto ai quantitativi assegnati dall’Unione Europea, e dunque venduto con meccanismi poco leciti. Controlli sul latte che viene dall’estero sono stati sollecitati anche da Domenico Oliva della Confederazione italiana agricoltori.
Intanto, cresce il malcontento tra gli allevatori in provincia per la decisione della Centrale del latte di Salerno che ha ridotto di 5 centesimi al litro il prezzo del latte alla stalla. Venerdì c’è stata un’infuocata assemblea della Cia a Capaccio. Fino ad ora la rabbia degli allevatori non è esplosa, ma Pierro della Coldiretti è stato chiaro: «Non scambiate la nostra disponibilità al dialogo per debolezza, non costringeteci a fare blocchi autostradali». Intanto Confagricoltura ha già proclamato lo stato di agitazione.