I portatori blindano l’assemblea

Ieri sera al Centro sociale la riunione delle paranze. Ingresso vietato alla stampa

«Ci tenete ancora a portare le statue dei santi? Penso di si. E allora si deve trovare una soluzione».

Dopo aver presidiato l’ingresso della riunione tenutasi ieri sera al Centro sociale di via Vestuti - impedendo di fatto, e con modi non gentilissimi, l’accesso ai giornalisti - i membri delle paranze di San Matteo si sono ritrovati finalmente tutti insieme a discutere animatamente e privatamente, seppur in un luogo non privato, della vicenda che ormai da un mese è sulla bocca di tutti i salernitani. E che, nella sua gravità, ha attirato l’attenzione anche della Procura della Repubblica che ha emesso una raffica di avvisi di garanzia notificati tanto ad alcuni portatori che a diversi partecipanti alla processione dello scorso 21 settembre.

Il clima, all’ingresso del luogo scelto per l’assemblea, è sembrato fin da subito rovente. È stato Raffaele Amoroso, il capoparanza di San Matteo, a imporre le regole della serata posizionandosi, insieme a un altro portatore, davanti alla porta che dava sulla sala scelta per la riunione. Quando i giornalisti presenti si sono avvicinati per entrare si sono visti negare l’accesso: «Volete continuare a pennellarci ngopp u giurnal?», ha detto polemico uno dei portatori; «È una cosa nostra - ha aggiunto Amoroso - e la stampa non entra». Poco dopo le 20.30 la riunione ha avuto inizio e, seppur blindata, alcune delle dichiarazioni di chi vi ha preso parte si sono riuscite a carpire: «Abbiamo subito una campagna denigratoria», ha detto qualcuno; «Il vescovo Moretti ha dimostrato comprensione solo quando ha avuto i giornali addosso», ha detto qualcun altro. Poi c’è la vicenda giudiziaria che fa paura a chi vi è invischiato: la riunione aveva anche lo scopo di delineare, tra i portatori indagati,un’eventuale strategia comune da adottare.

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