I piaceri dell’antico otium nel borgo incantato di Minori

La Villa marittima e la Basilica di Santa Trofimena sono tappe obbligate A Pasqua la processione dei battenti enfatizzata dalla luce delle fiaccole

Oziare è un verbo che obbliga ad una presunta (e fasulla) repulsione la società contemporanea. Ma per gli antichi romani, l’otium, al pari del negotium, era uno stile di vita. Improntato alla cura della cultura e della spiritualità. La costiera amalfitana fu uno di quei luoghi deputati al riposo, come conferma la presenza di insediamenti urbani di età romana rinvenuti a Tramonti, Positano, Li Galli e Minori, località dove è ancora possibile ammirare i resti di una villa marittima risalente al primo secolo d.C., protagonista di un affascinante progetto (Ozi marittimi era il tema) che ne ha fatto il palcoscenico privilegiato per una performance di Studio Azzurro. Basta passeggiare per i vicoli, fare capolino nelle sue chiese, sedersi sulla riva del mare blu cobalto, mentre alle spalle si è rapiti dal profumo dei dolci della tradizione, per rendersi conto che Minori è un luogo ideale per l’otium. E che non c’è nulla di cui vergognarsi nel mettere nel cassetto l’orologio, nello spegnere il telefono e nel lasciarsi guidare dal viatico di Bertrand Russell, fermamente convinto del fatto «che la strada per la felicità e la prosperità si trova invece in una diminuzione del lavoro (...) Soprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee». E allora, via libera all’ozio, al relax, al confronto con la natura e con la storia, alla riscoperta dei sapori genuini della tavola, allo scavo in una ritualità arcaica, fatta di simboli, processioni e misteri. Una gita nella cittadina sviluppatasi intorno al primo nucleo che sorse nella località collinare di Forcella e che nel 987 fu elevata a diocesi per il privilegio di conservare il corpo di Santa Trofimena, Martire di Cristo e prima protettrice del Ducato amalfitano, è un viaggio che offre mille sfaccettature e tante emozioni. Una tappa obbligata è proprio alla villa marittima, che, costruita sul livello del mare, al piano inferiore ospita un viridarium, al cui centro è collocata una vasca, in asse con un grande triclinioninfeo. I mosaici pavimentali lasciano ipotizzare la presenza di altri ambienti al piano superiore, così com’è facile immaginare che la villa dedicata al riposo di un gentiluomo rimasto ignoto, avesse una estensione ben più ampia di quanto attualmente si conosce. Chi ama andare per chiese, potrà ammirare la Basilica di Santa Trofimena, che custodisce un prezioso pulpito in marmo di origine seicentesca, con un’urna in alabastro contenente le spoglie della Santa. Caratteristica è la chiesa di San Giovanni del Piezulo, di epoca medievale, vicino alla quale si trovano le mura della Torre paradiso, un’antica residenza nobiliare. E’ invece di impianto paleocristiano, con un prezioso ratablo ligneo, la chiesa di Santa Lucia situata in pieno centro storico. Il culto di Santa Trofimena è ancora oggi particolarmente sentito e la popolazione di Minori le rende omaggio il lunedì in Albis, il 13 luglio, il 5 e 27 novembre ed il 10 dicembre. Uno degli eventi clou per chi ama il folklore, è la Pasqua, caratterizzata dalla tradizione dei “battenti”: il Giovedì Santo sfilano in processione uomini che indossano un camice bianco, legato con funi, ed un cappuccio che ne nasconde il volto. Attraverso i loro canti, si pentono della crudeltà con cui Cristo fu condannato ed ucciso. Dopo la messa in “Coena Domini”, i battenti raggiungono la frazione di Minori, per poi risalirvi all’alba del giorno seguente per annunciare l’imminente morte del Signore. A sera il raduno in Basilica per la Passione Domini. Infine uno dei sacerdoti schioda Gesù dalla croce per adagiarlo su una bara di legno dorato che, nel buio pesto, attraverserà la cittadina in cui brilleranno solo tanti piccoli lumini. Chi invece ama la buona tavola, potrà deliziarsi con gli ndunderi (una pasta fatta a mano) e con i prodotti tipici che si possono degustare in occasione di Gustaminori,melange di arte, cultura, spettacolo e gastronomia.©RIPRODUZIONE RISERVATA