I peones contro De Luca «È da pazzi candidarlo»

I democrat nel Transatlantico di Montecitorio commentano il caso salernitano Ma il renziano Gelli lo difende: «Bisogna conoscere bene la vicenda giudiziaria»

ROMA. «Forse il Pd non vuole rischiare di vincere in Campania?». Grazia Rocchi, parlamentare ortodossa toscana di rito civatiano, non si nasconde dietro a un dito quando il cronista pronuncia il nome di Vincenzo De Luca. L’ex sindaco di Salerno, condannato per abuso di ufficio, non intende compiere un passo indietro e parteciperà alle primarie in Campania, che si svolgeranno (forse?) il prossimo primo marzo. Nel dietro le quinte della direzione nazionale del Pd, il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini ha chiesto espressamente allo “sceriffo” di Salerno un dietrofront perché «la tua candidatura è ritenuta inopportuna anche da Matteo». Ma lui, De Luca, si ostina a continuare la battaglia e abbandona il caminetto del Nazareno con largo anticipo perché, secondo alcuni rumors, non gli sarebbe stato concesso di prendere la parola e di sollevare il caso pubblicamente. Ecco perché, quando il Transatlantico di Montecitorio inizia a popolarsi per la discussione generale sul decreto Milleproroghe, nei capanelli si commenta, a bassa voce, la scelta dell’ex sindaco di Salerno. «De Luca? Ma siam pazzi che candidiamo uno del genere?», sussurra una renziana. «In questo modo - insiste un peones - lasceremo la Campania in mano a Caldoro e a Berlusconi». E poi c’è chi, come Giuditta Pini, giovanissima deputata vicina alla corrente di Matteo Orfini (giovani turchi), allontana il cronista perché «per scelta ho deciso di non seguire ciò che sta succedendo in Campania».

C’è chi, invece, come Simona Malpezzi, parlamentare lombarda e pretoriana del premier, si sbottona sul caso e ricorda che «ci sono stati parlamentari che non sono stati candidati per un semplice avviso di garanzia». Di più: qui c’è una condanna per abuso d’ufficio e si è già al quarto rinvio delle primarie. «Sì è vero - spiega il deputato piemontese Giacomo Portas - queste primarie iniziano a non piacermi. Sono i partiti che devono selezionare i candidati migliori. A Torino, ad esempio, non c’è stato alcun problema, ma in altre realtà sarebbe opportuno rivedere lo strumento che ha reso celebre il Pd». Eleonora Cimbro, eletta in Lombardia e vicina alla cosiddetta “area riformista”, ritiene che su una vicenda come quella campana, «il Pd abbia al suo interno gli organismi per dirimere questa situazione che di certo sarà valutata sia dal punto di vista politico che procedurale». Eppure, afferma con un filo di sarcasmo, «al di là di tutto, c’è un problema di opportunità politica. Dalle nostre parti si ragiona in questi termini». E si ragiona in termini diversi anche in Toscana dove un deputato renziano, come Federico Gelli, fa finta di disconoscere ciò che si sta consumando fra i vertici del Pd nazionale e l’ex sindaco di Salerno. Gelli scherza con la Città di Salerno: «Chi è De Luca, non so di cosa sta parlando?». Salvo, poi, correggersi e spiegare che «non conoscendo a fondo la vicenda giudiziaria che riguarda il sindaco prima di esprimere un giudizio sarebbe necessario che si concludesse l’iter giudiziario. Allo stesso tempo, io sono personalmente favorevole alle primarie per la selezione della classe dirigente». Ma il caso Campania imporrebbe una riflessione e il rischio inquinamento da parte di truppe cammellate, o di lunghe file di cinesi, non è un particolare da sottovalutare. «Sì, ma - insiste il peones renziano - la Campania potrebbe essere un laboratorio per avviare una nuova stagione di primarie che favoriscano la partecipazione ma che impediscano le anomalie e le incongruenze che si sono verificate in Liguria». Allora quale potrebbe la soluzione? Impedire in primis che lo “sceriffo” si faccia da parte? «Ad esempio - conclude Gelli - che del premier è uno dei fedelissimi - una proposta che potrebbe fare al caso in questione in termini di trasparenza è la seguente: far partecipare soltanto coloro che sono iscritti all’anagrafe elettorale». Ma in Campania esiste un’anagrafe elettorale del Pd?

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