I nuovi “emigranti” Si alza l’età media

Impennata nella fascia tra i quaranta e i cinquant’anni

Non più valigie di cartone (e questo da tempo) ma neanche più solo giovani in cerca di prime esperienze lavorative o cervelli in fuga freschi di studi universitari conclusi con profitto. Il nuovo target del salernitano che emigra alza l’età media, segna un’impennata tra i quaranta e cinquant’anni e coinvolge sempre più spesso una terza età che, conti alla mano, preferisce fare i bagagli. Nel 2014 sono state 271 le nuove iscrizioni all’Anagrafe degli italiani all’estero, sette in più del 2013 e comunque nella scia di un trend che registra negli ultimi anni un costante aumento. Scorporando i dati per fasce d’età qualche sorpresa però arriva, e si scopre che i numeri di chi parte sono cresciuti soprattutto nella forbice fra i quaranta e i cinquant’anni: da 19 a 31 unità, un aumento di due terzi che almeno in parte ha il volto di chi qui ha perso il lavoro. In numeri assoluti, invece, i più propensi a lasciare le sponde cittadine per tentare l’avventura all’estero sono quelli che di anni ne hanno tra i trenta e quaranta. Nel 2014 sono stati 69, seguiti dai 55 compresi nell’intervallo anagrafico tra i venti e i trent’anni. Discorso a parteper i bambini, che sono i più numerosi (72 rispetto ai 60 del 2013) e fanno da cartina a tornasole segnalando che a spostarsi sono sempre più intere famiglie. «Le iscrizioni di bambini fino a dieci anni sono costituite soprattutto da nascite all’estero – spiega Maurizio Pironti, responsabile dell’ufficio Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero) del Comune di Salerno – Un tempo era quasi sempre il solo capofamiglia che emigrava, e mandava i soldi a moglie e figli che rimanevano da noi. Ora le famiglie si ricongiungono, magari l’uomo va per primo a sondare il terreno, ma se le cose vanno bene i familiari lo raggiungono subito». Così la proporzione tra i sessi è bilanciata: dei 271 salernitani che nel 2014 si sono iscritti all’Aire gli uomini sono 140 e le donne appena nove in meno.

In tutto, i salernitani che risultano residenti in altri Paesi sono cinquemila, con Regno Unito e Germania in cima alle preferenze. Torna ad attrarre anche l’Argentina, per la quale nello scorso anno sono partiti in ventisei (dieci in più del 2013 e solo un’unità in meno rispetto alla Germania). Seguono Spagna (25), Svizzera (14), Stati Uniti (18) Francia (ma in netta diminuzione dai 24 del 2013 ai 13 dell’anno successivo) Belgio (12), Brasile (9) Venezuela (9), Paesi Bassi (6) e, sebbene con numeri ancora residuali, si affaccia l’Australia. Ogni categoria ha il suo luogo del cuore. Negli Usa sono Miami e Houston, dove arrivano da Salerno soprattutto laureati, che attraversano l’oceano per completare gli studi con master ad alta specializzazione o per trovare spazi adeguati a competenze che faticano a farsi largo nei confini italiani. Chi parte per il Brasile ha invece in mente, in maggioranza, l’apertura di un’attività, quasi sempre nel settore della ristorazione. Partono imprenditori, barman, chef, e per il sessanta per cento si sistemano nella zona di Fortaleza.

In Gran Bretagna il sogno straniero dei salernitani si concentra invece a Londra, dove i nuovi arrivati sono in buona parte giovani e formano un panorama variegato che va dai professionisti che cercano di capitalizzare la conoscenza della lingua a ragazzi che si accontentano di servire nei fast food per avviarsi al lavoro e cercare, nel frattempo, qualcosa di meglio. «Su Londra ci capitano molte storie di fidanzati – racconta il responsabile comunale dell’Aire – il target è giovanile e il mercato occupazionale è mobile, accade spesso che dopo la partenza di uno dei due l’altro o l’altra lo raggiunga». Ma da qualche anno nell’ufficio dell’Anagrafe si registra anche un movimento in entrata. Dopo la massiccia migrazione dal Cilento nel trentennio Cinquanta-Settanta, e una certa stasi nei decenni successivi, è ripreso da qualche tempo un flusso che vede arrivare in città nuovi residenti soprattutto dalla zona Nord e anche da altre province. «Vengono anche da Napoli» conferma Maurizio Pironti. Nel computo di chi parte e chi arriva la “bilancia” resta tutto sommato in equilibrio. Con una certezza: l’interscambio è sempre più spinto e anche l’emigrazione, da queste parti, non è più la stessa.

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