«I nostri figli non andranno nelle aule della Marconi» 

Spostate le classi della Fiorentino, duecento genitori contestano la sindaca  Lei non cede e attacca: «Ci interessiamo delle scuole, siete venute a ringraziarmi?»

«Senza i documenti, i nostri bimbi in quelle scuole non ce li mandiamo»: è il grido di battaglia delle mamme in rivolta, infuriate con la prima cittadina che, invece, s’aspettava i ringraziamenti. Le donne vogliono le carte che attestino la stabilità delle strutture che per due anni dovranno ospitare i loro figli, sfrattati dalle “Fiorentino”, strutturalmente insicure, da demolire e ricostruire con i fondi del Piano triennale dell’edilizia scolastica. Alle 11 di ieri, 200 signore occupano il Salotto comunale: sono i genitori di alcuni di quei 910 alunni dell’istituto del rione Sant’Anna che saranno delocalizzati alle “Salvemini”, alle “Marconi” e all’opera “Bertoni”.
Lo scontro. «Siete venute per ringraziarmi, visto che per la prima volta mettiamo mano alla scuola?»: chiede la sindaca Cecilia Francese appena compare nel Salotto, scatenando la furia delle mamme, che rumoreggiano e contestano. «Le mamme che oggi vengono qui a protestare per i fondi, a Salerno ci vanno perché i soldi non li hanno avuti». I fondi sono gli 11,3 milioni di euro, 5,8 per le “Fiorentino” e 5,5 per le “Kennedy”, che la giunta regionale ha assegnato al Comune di Battipaglia: è per ottenere quei quattrini che Palazzo di Città ha dovuto sottoporre le Fiorentino alle verifiche: «Se c’è un certificato, il sindaco ha l’obbligo di chiudere; per le “Marconi” non c’è questo documento».
Quelle “Marconi” che ospiteranno i bimbi delle elementari dell’istituto Fiorentino, senza che si sappia se, al contrario delle strutture di Sant’Anna, siano agibili o meno: le mamme tuonano che «senza documenti che appurino la staticità di quella struttura», quando, con due settimane di ritardo, il primo ottobre per i loro figli suonerà la prima campanella, «in quelle aule ci andranno solo i docenti». I genitori sono amareggiati: mamma Anna lamenta che così torniamo a carta e penna e svaniscono tutti i progetti didattici», e papà Francesco fa presente che «una decisione così improvvisa inficia la didattica».
«Ci cascate». La sindaca allude a tentativi esterni di sobillazione: «Fra poco faremo il Puc, e lì ci sono degli interessi, e voi ci state cascando». Sullo sfondo ci sono i lavori di demolizione e ricostruzione delle “Fiorentino”: saranno riedificate integralmente a via de Gasperi, mentre a via Pascoli «si farà una bella piazza di quartiere, con giochi e verde in un quartiere abbandonato». Non arretra di un millimetro, la Francese: «Potete dire quello che volete; noi andremo avanti con questo programma». E ripete: «Stiamo cambiando Battipaglia». La sindaca resta sulle sue, le mamme restano sulle loro: chiedono che la delocalizzazione non pregiudichi la didattica, perché «i bambini di Sant’Anna non sono di serie B». Il preside, Dario Palo, che parla di «una situazione molto critica», fa sapere che «sulla base degli edifici a disposizione, sarà accordata la stessa offerta didattica di sempre» e invita tutti a «stare uniti».
La conferenza. All’una e un quarto, nella sua stanza, la Francese tiene la conferenza stampa. Al suo fianco c’è il dirigente tecnico comunale, Carmine Salerno. La sindaca domanda: «Dobbiamo chiedere scusa per avere ottenuto un finanziamento di 11,3 milioni di euro per la sicurezza dei nostri ragazzi? Dobbiamo rimandare indietro i fondi?». A chi le chiede conto della tardiva comunicazione ai genitori, visto che gli esiti delle indagini erano a Palazzo dai primi di luglio ma le mamme lo hanno saputo solo il 30 di agosto, la sindaca risponde che «si tratta di un mese e non di un anno» e che «dirlo subito avrebbe scatenato inutili allarmismi». Quel che conta, a suo dire, è che «s’è trovato un rimedio». Comunicato ai genitori a cose fatte.
Carmine Landi
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