I neo eletti salernitani promuovono i presidenti

Le nomine viste da deputati e senatori. Ragosta: «Un segnale di rinnovamento» La giornata “tormentata” degli esponenti 5 Stelle e la delusione nel centrodestra

SALERNO. «Facciamo di questa Camera la casa della buona politica». È questa la frase che ha messo tutti d’accordo. Che ha fatto alzare in piedi, in un tripudio di applausi, anche chi non l’ha votata. La neo presidente della Camera, Laura Boldrini, è piaciuta a tutti nel suo discorso di insediamento, letto con commozione ieri poco dopo le 14. Anche a chi, come la giovanissima deputata “grillina” salernitana Silvia Giordano, aveva scritto sulla scheda di votazione un altro nome, quello di Roberto Fico, «con grafia tremolante, vista la grande emozione». Alla fine di una giornata «lunga e incredibile», così come l’hanno definita sia Andrea Cioffi, senatore del Movimento 5 stelle, che Eva Longo, sua collega del Pdl, il Parlamento si svuota con due certezze, quelle rappresentate dai nomi che guideranno Camera e Senato, Boldrini appunto, e Pietro Grasso. L’elezione della prima è stata salutata con orgoglio e soddisfazione dal compagno di partito Michele Ragosta, il quale si è detto speranzoso che «il segnale di rinnovamento lanciato dal neo presidente possa essere colto anche dai grillini in modo da arrivare insieme a cambiare radicalmente questo Paese». Per Simone Valiante (Pd), quella della Boldrini è stata «una delle migliori scelte possibili. Una persona nuova, dalla grande esperienza internazionale che sarà capace di aprire una nuova stagione di impegno vero e concreto per la nostra Italia». Contro di lei «nulla da eccepire» anche da parte di Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia)che però aggiuge: «La giudicheremo dai fatti.Ora il nostro timore è che si possa tornare presto alle urne». In serata arriva il secondo nome che si stava aspettando: con 137 voti a favore, sui 313 possibili, il procuratore antimafia Pietro Grasso diventa presidente del Senato. Delusa Eva Longo (Pdl): «Fino a questa mattina (ieri, ndr) eravamo convinti che sarebbe stato eletto Schifani, poi evidentemente qualcosa è andato storto e la situazione si è ribaltata. Auguriamo comunque buon lavoro al nuovo presidente». Non si sbottona più di tanto Andrea Cioffi che dopo aver definito, prima delle votazioni, Grasso «un piccolo sussulto» si limita a dire, a elezione avvenuta, di aver riscoperto all’interno del gruppo M5S, nonostante le diverse “ribellioni” registrate, «l’importanza di fare gruppo e di mantenere una certa coerenza». Ma Grasso, alla fine, le piace? «Beh, è un bell’uomo», conclude ridendo.

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