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I mezzi scoperti nel porto di Salerno sono due camion perfettamente funzionanti

Erano diretti in Somalia senza aver subìto trasformazioni per diventare "rifiuti" o rottami, mantenendo tutte le funzionalità: dai vetri oscurati all'equipaggiamento degli interni. Probabilmente sarebbero finiti agli islamisti di Al Shabab

SALERNO. I mezzi dell'esercito italiano bloccati al porto di Salerno  - e diretti in Somalia - sono due camion che non avevano subìto le trasformazioni per diventare "rifiuti" o rottami ma che invece avevano mantenuto le funzionalità, a cominciare dai vetri oscurati all'equipaggiamento degli interni. L'ha dichiarato il presidente della commissione ecomafie Alessandro Bratti, a margine del Forum rifiuti di Legambiente, fornendo qualche particolare in più sull'audizione dei funzionari delle dogane che hanno raccontato della vicenda avvenuta durante l'estate. Per Bratti, «sicuramente ci saranno stati degli intermediari», tanto che la commissione ha chiesto di ricevere una lista degli operatori. Ad indagare, spiega, «dovrebbe essere la Procura di Salerno», e forse c'è anche l' interessamento della Dda. Intanto, conclude Bratti, «tra due settimane la commissione tornerà in Campania».

I mezzi militari italiani diretti in Somalia e molto probabilmente destinati al gruppo islamista Al Shabab, erano stati sequestrati nel porto di Salerno la scorsa estate, ma sulla vicenda sta indagando tuttora la magistratura. L’operazione è stata resa nota dal direttore dell’ufficio interregionale delle dogane per la Campania e la Calabria nel corso di un’audizione in commissione ecomafie che si trovava in missione a Napoli per ascoltare i vertici della Capitaneria di porto e della Agenzia delle Dogane di Napoli e Salerno, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle inchieste avviate per traffico transfrontaliero di rifiuti.

«Dietro l’apparente invio di rottami destinati al recupero - viene spiegato alla commissione Ecomafie - si potrebbe nascondere un traffico illecito di materiale dual-use», cioè a duplice uso; come è emerso – secondo quanto riferito – da alcuni indizi sulla funzionalità dei mezzi dismessi dell’esercito italiano e sul fatto che questi reati, catalogati come reati “spia”, aprono spesso la pista a scenari ben più ampi. Ma non sarebbe l’unica traccia. L’ufficio delle dogane di Salerno ha infatti riferito dei «risultati di alcune indagini concluse» di recente che hanno «portato al sequestro di rifiuti speciali diretti verso Paesi extraeuropei». Le principali aree geografiche di destinazione dei rifiuti – classificati come veicoli, motori e loro parti – sono «l’Africa e il Medio Oriente, rotta finale di molti traffici in partenza dai porti italiani». Nel corso del 2014, secondo quanto riferito dai funzionari delle dogane, «le destinazioni più frequenti dei rifiuti in relazione ad operazioni di esportazione si sono rivelate l’Egitto e il Marocco». Per quanto riguarda il porto di Napoli, l’agenzia delle dogane «ha segnalato l’invio di rifiuti in Paesi africani, molto spesso mascherati da spedizioni di masserizie». La Capitaneria di Porto di Napoli ha anche illustrato i risultati dell’attività di monitoraggio dell’invio dei rifiuti urbani prodotti nell’area di Napoli verso gli impianti esteri comunitari, avvenuti tra il 2012 e il 2014. Sul punto, viene osservato, «non sono stati evidenziati illeciti o particolari criticità rispetto a questi trasporti, che attualmente sono sospesi».