I Marotta ora chiedono la restituzione dei beni

L’istanza presentata dai legali del gruppo di Agropoli: sono 31 gli indagati Caduta l’accusa di associazione mafiosa. In ballo un “tesoro” da 15 milioni

AGROPOLI. Si è tenuta ieri, nell’aula della Corte d’Assise a Salerno, l’udienza per gli imputati nel processo relativo ai beni sequestrati al clan Marotta di Agropoli, nell’ambito dell’operazione “Golden Hand”, eseguita nel novembre del 2012 dalla guardia di finanza. Inizialmente, i legali di alcuni degli imputati hanno depositato certificati medici dei propri assistiti chiedendo il rinvio dell’udienza. Il giudice ha però disposto degli accertamenti fiscali, che saranno effettuati dal medico legale su richiesta del pm Antonio Centore. Nell’attesa dell’esito e, quindi, della fissazione di una nuova udienza, alcuni legali – gli avvocati Sirignano, Oricchio, Della Monica e Martello – hanno comunque proceduto alla discussione. È stata quindi avanzata la richiesta la revoca dell’applicazione della misura patrimoniale e del sequestro preventivo ai fini della confisca. Ed è stato anche acquisito il decreto di archiviazione del reato di associazione mafiosa del tribunale di Vallo della Lucania.

Secondo quanto sostiene l’accusa, i beni, acquistati con proventi illeciti, sono stati intestati in maniera fittizia a terze persone (prestanomi) abilmente utilizzate. I beni oggetto della misura preventiva patrimoniale, sono stati precauzionalmente sequestrati ai fini della confisca. Il sodalizio vedeva all’apice Vito Marotta e sua moglie Angelina Bevilacqua. Ma sono 31 le persone indagate. L’intervento eseguito dal Gico del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno, portò lo scorso anno al sequestro di un ingente patrimonio costituito da ville, appartamenti, terreni e auto di grossa cilindrata per un valore di circa 15 milioni di euro. Le indagini condotte dai finanzieri consentirono di ricostruire la mappa dell’organizzazione criminale, operante anche in altre zone del sud, centro e nord Italia. Strutturato su base familiare, il gruppo era dedito a numerose attività illecite con conseguente accumulo di ingenti patrimoni ed acquisizione sul territorio di una forza economica, che ha consentito ai componenti del sodalizio di assumere il controllo di attività nel settore del commercio di autoveicoli, della gestione di bar e centri commerciali. Un nucleo familiare originariamente composto dal capostipite Vito Marotta e dalla sua consorte ma poi allargatosi a figli, generi, nuore, nipoti per un totale di 31 persone che, nel tempo, avrebbero accumulato in maniera ingiustificata un vero e proprio “tesoro”. Gli uomini delle fiamme gialle sequestrarono 19 immobili (tra appartamenti e ville) e 17 terreni tra Agropoli, Padula e Laureana; 30 autovetture di grossa cilindrata, tra le quali Jaguar, Porsche, Mercedes, Audi e Bmw tra Agropoli e Eboli, tre club privati, 7.000 euro, 7 orologi di valore, monili in oro, assegni e cambiali.

Angela Sabetta

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