I maestri pasticcieri in aiuto di Artecarta 

Si sono autotassati per contribuire alla ricostruzione. Visita del deputato Scotto agli operai

Stanno cercando di rialzarsi i titolari di Artecarta Italia di Scafati. Ieri i fratelli Cascone, proprietari dell’azienda e originari di Pompei, hanno lanciato un appello ai vertici della Regione Campania affinché «si facciano carico per chiedere il blocco, momentaneo, di tasse e imposte. Per darci una spinta concreta a riprenderci, a ricostruire Artecarta e non far finire sul lastrico tante famiglie». E, nonostante la tragedia che li ha colpiti, i fratelli Luciano, Emiliano e Raffaele Cascone, insieme ai 54 dipendenti, hanno partecipato, a Milano, all’evento di Carla Icardi sui “Maestri Panettoni”, per chiedere un aiuto.
E l’aiuto, concreto, lo hanno trovato in tutti i pasticceri che si sono autotassati. Non solo i grandi nomi della regione Campania, come Pasquale Marigliano, Sal De Riso, Salvatore Gabbiano, Alfonso Pepe, ma anche nomi prestigiosi del nord come Iginio Massari, Luigi Biasetto, Paolo Sacchetti e tanti altri.
Ieri pomeriggio intanto Arturo Scotto, deputato in quota Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, ha incontrato i lavoratori in quel che è rimasto dello stabilimento di via Ferraris. Confermando la volontà di voler presentare un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, Scotto ha anche strappato una promessa al prefetto di Salerno, Salvatore Malfi, che ieri pomeriggio ha contattato personalmente per permettere alle 54 maestranze di avere un confronto con il massimo rappresentante di governo sul territorio provinciale.
Oltre a Scotto, sempre ieri, ha incontrato gli operai il senatore grillino Sergio Puglia, che ha assicurato il massimo impegno affinché proprietari e lavoratori dell’azienda scafatese incontrino le istituzioni per far ripartire al quanto prima la produzione della Artecarta.
Nel frattempo le indagini condotte dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore e della tenenza di Scafati, su delega della Procura nocerina, vanno avanti. Al vaglio ci sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’azienda che hanno immortalato l’azione del commando che ha distrutto l’intero capannone.(d. g.)
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