I giardini “segreti” in collina

Tappa a Fratte e nel rione Petrosino: luci e ombre dei parchi meno conosciuti della città

Ci sono dei parchi urbani e dei giardini di quartiere che bisogna conoscere bene la città per scoprirli nella loro umile bellezza. Non sono indicati attraverso la segnaletica stradale e, troppo spesso, rimangono completamente esclusi da lavori di manutenzione inaugurati altrove in pompa magna. Il rione Petrosino ha almeno due spazi verdi del genere – il terzo, quello nei pressi della Villa del Sole è attualmente in fase di restyling – che al momento, per quanto suggestivi, versano nel degrado. Il primo è il parco delle Rose, attiguo all’omonimo complesso residenziale, in via Michele Pironti.

Il parco delle Rose. Tre piani di aiuole, panchine e sporcizia, incorniciati da maestosi platani attorno ai quali, in alcuni punti, si arrampica indomita un’edera rigogliosa. Bellissima e triste nel dover coprire, negli anfratti più periferici, cumuli di rifiuti e tappeti di siringhe. Già all’ingresso si capisce che l’attenzione del Comune e, di conseguenza della coop “Il Leccio” che lo gestisce, è bassa. Si legge su un cartello posto all’entrata, che si apre su una passerella in salita, che nel parco in questione è fatto divieto di accesso a cicli, motocicli e cani (la parola cani è cancellata con una bomboletta spray, ma questo è un altro discorso che affronteremo più avanti). Peccato però che i tornelli piantati al terreno per evitare il passaggio di mezzi a due ruote siano stati posizionati uno dietro l’altro in modo da lasciare libero, sulla sinistra, almeno un metro di passerella facilmente percorribile anche a moto di grossa cilindrata. Una volta saliti sulla prima terrazza risulta chiaro che i giardinieri qui non vengono da un pezzo e, guardando le pattumiere, anche chi è preposto al loro svuotamento manca da parecchio. Ma il parco è bellissimo e la sua bellezza è direttamente proporzionale alla sua pericolosità visto che, a causa della scarsa illuminazione, di notte – ma non solo – diventa ostaggio di spacciatori, tossici e balordi.

I giardini in via Petrosino. All’angolo con via Onorato Da Craco, poco distante dall’asilo nido comunale “Sorriso”, c’è un fazzoletto di verde pubblico. Difficile che qualcuno, oltre agli abitanti del rione, lo conoscano e, proprio per questo, è quasi sempre deserto. Eppure qui, dove i visitatori giornalieri si contano sulle dita di una mano, c’è una fontanella che sprizza acqua a getto continuo. Le aiole lasciano parecchio a desiderare, non ci sono attrezzature ludiche per bambini e neanche cestini porta rifiuti tant’è che qualche abitante della zona, mosso a pietà, ha legato a una ringhiera un bustone nero in modo da incentivare gli avventori a gettare lì, e non a terra, i loro rifiuti.

Villa comunale di Fratte. Viali puliti, erba tagliata di fresco e un parco giochi per i più piccini non eccessivamente vandalizzato, dove è ancora possibile far giocare i bambini in sicurezza. Sullo sfondo un auditorium dove si potrebbero organizzare eventi, concerti e spettacoli teatrali all’aperto e, a completare, il paesaggio, le linee sinuose dell’attigua chiesa della Sacra Famiglia il cui tetto stilizzato si staglia tra gli alberi del parco. Poche critiche si possono fare alla villa comunale di Fratte, se non quelle relative all’unica fontanella presente nell’ampio spazio, che è guasta, e a un paio di cestini per i rifiuti che risultano staccati dal perno che li sostiene e lasciati cadere chissà dove. I residenti del quartiere dovrebbero essere, quindi, orgogliosi di questo spazio verde nel cuore del rione, per altro ristrutturato pochi anni fa, e trattarlo con rispetto. Per evitare che diventi contenitore di degrado e inciviltà, come già successo.

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