I FUNERALI DEL SINDACO EROE"Avanti nel segno di Vassallo"

Ripartire nel segno di Angelo Vassallo e della sua idea di politica. E’ il monito di Carla Ripoli, assessore e braccio destro del sindaco-pescatore ucciso domenica scorsa. A Pollica si cerca di tornare lentamente alla normalitá. E il giorno dopo i funerali anche i primi cittadini degli altri comuni cilentani si dicono pronti a diventare quelle "sentinelle del territorio" invocate dal vescovo Rocco Favale. Intanto le indagini della Dda per catturare l’assassino vanno avanti. Decine le mail arrivate da tutta Italia per la nostra iniziativa "Io sono di Pollica"

• POLLICA. Voglia di non dimenticare. Ma soprattutto una voglia matta, come solo la determinazione dei cilentani fa essere, di andare avanti. Di ripartire: nel nome e nei modi di Angelo Vassallo, il sindaco che non c’è più. Una settimana infinita, pesante, insopportabile, invivibile, è stata. Acciaroli, sei giorni dopo, sembra risvegliarsi: lentamente, ma riprende a muoversi. «Non è morto nulla, bisogna ritornare a vivere», dice Carla Ripoli, misurata, semplice nella sua profonditá di animo e di pensiero. Lo dice all’operaio che fa la manutenzione della scuola, «Vai ad aprire, il 15 si torna sui banchi, per le chiavi alla direttrice me la vedo io», lo ripete all’impiegata che lavora nell’ufficio turistico, «Sì, apri, e resta aperta pure domani, ce n’é bisogno, questo è il messaggio nostro a quelli che ci sono e a quelli che verranno».

• Era il braccio destro di Angelo Vassallo, la sentinella sul territorio, la sua ombra. Alle 8 del mattino è giá sul piazzale del porto, di quella parte che guarda alla chiesa, alla torre dove c’è affissa una mega foto del sindaco-pescatore che guarda verso l’orizzonte con un calice di quelle acque cristalline che hanno reso famoso questo mare. Per molto tempo non ci sará da brindare, qui ad Acciaroli, in tutte le frazioni di Pollica: non lo pensano i turisti, meno che mai gli abitanti del borgo. Ma bisogna tornare a vivere per far vivere Acciaroli. «Era la prima cosa che ci diceva Angelo: bisogna tutelare le attivitá, fossero pure quelle del primo nemico, bisogna comunque dargli una mano se è per il bene del paese», ricorda l’assessore all’ambiente e alla scuola Carla Ripoli, insegnante di scuola materna, «qui deve essere tutto come voleva, come faceva, e come avrebbe fatto Angelo».

Sono passati sette giorni, il dolore non è passato, l’incubo neppure. Le ombre, però, vanno tolte. «Sicuramente Angelo, per il suo carattere, per la sua determinazione per il suo senso di legalitá, poteva avere qualche "nemico". Ma non credo che ad ucciderlo sia stata la mano della camorra, qui non è arrivata e nemmeno poteva arrivarci. Non ci sono interessi economici così ingenti, qui. E’ vero, sono aumentate le attivitá, è vero che la stagione si è allungata, ma qui dopo metá settembre restiamo solo noi. E si riapre tutto a luglio. Acciaroli è pulita, e Angelo era cristallino come l’acqua del nostro mare», dice col singhiozzo che accompagna le lacrime.

L’aveva sentito domenica scorsa, qualche ora prima che cadesse nell’agguato. «Non mi aveva segnalato particolari preoccupazioni. Nelle ultime settimane aveva ripreso ad uscire con il suo gozzo. «Voglio uscire un po’, mi aveva detto, voleva riappropriarsi del mare. Qualche volta andava con i soliti amici. Ma gli piaceva uscire da solo. Amava il silenzio, quando tornava a mani vuote era pure un po’ deluso, quando pescava ci teneva a far vedere agli amici che non aveva dimenticato il mestiere di un tempo».

• La sua grande passione. «Lui era uno che rattoppava le reti, un pescatore prestato alla politica, uno che non si accontentava di quello che aveva fatto, magari un po’ scocciato quando c’era chi gli non rispondeva alle sue richieste»: così lo dipinge l’assessore. E il consigliere Angelo La Greca, che le sta accanto: «Voleva essere appoggiato nelle iniziative. Un esempio? La storia della strada provinciale. Avrebbe voluto che anche qualcun altro - anche qualche altro sindaco di queste parti - lo avesse seguito nella battaglia con la Provincia per la pulizia della strada. Dovette ricorrere al Prefetto: Angelo non era il tipo che poteva aspettare». Erano tredici, con Vassallo, in consiglio comunale. Adesso, come i discepoli, i 12 sono pronti a raccoglierne la difficile ereditá. Il testimone - dicono - ha la strada tracciata, obbligata.

• Domani il primo consiglio comunale: era programmato per il 10, naturalmente è stato rinviato. «Noi consiglieri e assessori ci siamo visti la sera del lunedì. Abbiamo giurato di andare avanti, tutti insieme. Sará la nostra forza. Non sará facile, nessuno di noi potrá essere Angelo Vassallo ma andremo avanti con lo spirito di voler continuare la sua opera. Non abbiamo paura di essere lasciati soli. Se ci daranno una mano che ben venga, ma nessuna paura.

E’ stato il suo più grande insegnamento. Nessuno era tenace come Angelo, nessuno aveva la sua passione - ricorda Ripoli. Angelo si comportava in un modo in una determinata circostanza e noi faremo come lui avrebbe agito» dice con la voce rotta dall’emozione, il capo che si abbassa, i piedi che non riescono a stare fermi, gli occhi che si bagnano. «Perché il suo lavoro, il suo esempio, non deve essere perso - ripete come un monito la Ripoli - per lui l’ambiente era tutto. E’ vero, si è sentito molto solo a combattere sul territorio: per le cose della nostra terra, per il cambiamento di alcune, per il mantenimento di altre».

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• Un po’ abbandonato, ma da chi? Interviene il consigliere La Greca. «Dalla politica, almeno da una parte. Magari avrebbe voluto sentire qualche politico dire: "Bravo Angelo, siamo con te, vai avanti così". Ci teneva a tutti, a tutti i sindaci della nostra terra: la sua era la battaglia per tutto il Cilento». E c’è chi aggiunge: «Voleva creare un consorzio di tutti i comuni della zona per la depurazione, puntava ad un coordinamento, ci sono state riunioni con altri sindaci ma qualcuno, specie dei comuni più vicini, non era proprio d’accordo».

• Inevase anche le richieste di maggiore controllo del territorio. Senza rimettere la benzina sul fuoco, Giovanni Guardavaglia, professore di educazione fisica di Salerno che ad Acciaroli viene da 38 anni, grande amico di Vassallo, sottolinea: «Qui d’inverno ci sono 700 abitanti e d’estate si superano i 10mila. In inverno ci sono 5 carabinieri, e d’estate restano i cinque della locale stazione. Angelo chiedeva solo maggiore presenza, vigilanza, prevenzione, aiuto». Si torna alla mano assassina, a quei nove proiettili. Chi, perché? «Secondo me è legato allo spaccio della droga, a qualche alterco estivo. Un bulletto avrá pensato: "adesso gliela faccio vedere io al sindaco". E gli ha sparato. Una stupidaggine, una cosa di poco conto ma una grande follia», ipotizza l’assessore Ripoli. Pronta a portate avanti i progetti e i desideri di Vassallo. L’ultimo? «Dopo il caffè letterario a Celso, voleva costruire una piscina a Pollica: i turisti di Acciaroli