I fondi dei progetti usati per pagare l’Enel Processo da rifare

L’ex soprintendente è imputata per abuso d’ufficio Nullo il rinvio a giudizio, si torna all’udienza preliminare

Tutto da rifare per il processo a carico dell’ex soprintendente ai Beni archeologici, Giuliana Tocco. Ieri i giudici della seconda sezione penale, davanti a quali era fissata la prima udienza, hanno sancito la nullità assoluta, per omessa notifica, del decreto che disponeva il giudizio e anche dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare. Si torna quindi dal gup, che dovrà fissare una data per una nuova udienza preliminare al termine della quale valutare se la funzionaria va processata o, invece, può essere prosciolta. La posizione della Tocco è stata quindi stralciata, mentre va avanti il processo a carico degli altri due imputati (il tecnico Pietro Avagliano e Angelo Maria Ardovino, già soprintendente ad interim) accusati con lei dei reati di falso, truffa e abuso d’ufficio. I fatti risalgono al 2007, quando i fondi erogati dal Ministero per i progetti sperimentali furono utilizzati dalla Soprintendenza per pagare le bollette dell’energia elettrica. Secondo le difese si cercò solo di evitare che l’Enel interrompesse la fornitura elettrica a tutti i siti archeologici e museali di maggior pregio, visto che l’azienda vantava un grosso credito e da tempo minacciava che avrebbe spento gli interruttori se il debito non fosse stato sanato. Per gli inquirenti, però, quella decisione procurò agli imputati «un ingiusto profitto derivante dalla loro mancata esposizione quantomeno ad un’evidente responsabilità contabile per il mancato pagamento delle spese ordinarie arretrate per la fornitura di energia elettrica accumulatesi nel caso del tempo, con pari ingiusto danno nei confronti del Ministero per i beni e le attività culturali che erogava così i fondi più volte alla Soprintendenza di Salerno per pagare voci di spesa correnti».

Né il Ministero né la Soprintendenza, individuati come enti lesi, si sono costituiti parte civile. E intanto il processo veleggia verso la prescrizione, che dovrebbe scattare agli inizi del 2015. Per Giuliana Tocco, difesa dall’avvocato Carmine Giovine, si ricomincia dall’udienza preliminare perché l’avviso di udienza fu notificato dal postino non alla diretta interessata ma al portiere dello stabile, e agli atti non vi è prova di una seconda comunicazione che la portasse a conoscenza di quella consegna. Ma anche per gli altri due imputati gli avvocati Marcello Giani ed Ennio Bonadies hanno eccepito rilievi di nullità degli atti su cui il Tribunale si è riservato di decidere in apertura della prossima udienza. I giudici della seconda sezione penale (presidente Eva Troiano) l’hanno fissata al 14 ottobre, auspicando che per allora sia definita anche la posizione della Tocco e possa eventualmente procedersi alla riunione dei processi.

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