I “fitti d’oro” al Comune Un milione di spesa l’anno

Palazzo di città paga per alloggi, scuole e parcheggi e non usa i propri immobili Centro per l’impiego: «Pronti a trasferirci, ma in una sede adeguata e a norma»

Sono cifre da capogiro quelle che affronta il Comune per fitti di locali, appartamenti ed aree di sosta. La maggior parte dei contratti – molti scaduti, ma ancora in essere con l’ente costretto a pagare interessi e tassi di mora – è stata stipulata nel corso delle esperienze amministrative dei sindaci Zara e Liguori. La commissione straordinaria ha avviato una serie di controlli, nei mesi scorsi, per limitare una emorragia finanziaria che costa alle casse del municipio circa un milione di euro l’anno.

I conti, aggiornati allo scorso anno, presentano una situazione estremamente pericolosa, dal punto di vista finanziario e sociale. Sul lato economico perché i costi che l’ente corrisponde sono altissimi, sul fronte sociale perché molti degli appartamenti fittati sono in uso a famiglie disagiate. Eppure il Comune ha a disposizione molte strutture di proprietà e che potrebbero essere utilizzate per le destinazioni che attualmente costano all’ente centinaia di migliaia di euro.

È un caso la situazione del parcheggio di via Matteo Ripa, per cui il Comune paga un canone mensile di 4.860 euro (58.320 euro l’anno) ad una società privata. Un’area di sosta che potrebbe fruttare un guadagno al Comune, se non fosse che i parchimetri sono spesso fuori uso.

Lo scorso anno, il Comune ha chiuso ogni rapporto contrattuale per l’edificio che ospitava la scuola media “Penna”. La struttura costava alle casse comunali 125mila euro l’anno. Il Comune ha maturato, fino all’estate scorsa, un debito di 140mila euro per fitti non pagati, aggiungendo a tale spesa ulteriori 110mila euro per adeguare dei locali dell’ex tabacchificio di via Rosa Jemma per ospitare la scuola, nell’attesa del completamento del nuovo edificio nel rione Taverna.

Chiusi pure i contratti per i quattro alloggi che ospitavano altrettante sedi dei vigili di quartiere e che comportavano all’ente una spesa di 20mila euro l’anno. La Polizia municipale ha mantenuto l’unica sede (il comando di via Jemma) e non ha più sedi distaccate.

La porzione dei fitti che riguarda gli alloggi per famiglie disagiate è quella più gravosa. Non tanto per il costo che l’ente affronta annualmente (116mila euro per 18 alloggi), ma per gli interessi di mora che deve corrispondere su ogni giorno di ritardo nella consegna degli alloggi ai proprietari dalla scadenza dei contratti. Alcuni degli appartamenti prevedevano il termine dei contratti nel 2007, pena una mora di 51,65 euro per ogni giorno di ritardo su ciascun appartamento. Pertanto il Comune, tra fitto e mora, paga alcune abitazioni fino a 2.100 euro al mese.

C’è poi il caso del Centro per l’Impiego: per la struttura di via Fiorignano (palazzo Colosseum), il Comune paga 2.740 euro al mese per l’edificio terraneo ed ulteriori 4.364 euro per il piano superiore. La commissione straordinaria, a gennaio, ha espresso la volontà di trasferire altrove la struttura, magari presso alloggi di proprietà dell’ente. Le soluzioni proposte riguardano due piani allo stadio “Pastena” (attualmente occupati da famiglie disagiate), un palazzo in via Moncharmont ed un immobile confiscato alla camorra, nel quartiere Belvedere, che anni fa ospitava un supermercato. L’ente vorrebbe chiudere la questione entro fine giugno, ma dovrà parlarne con la Provincia – che ha specifiche competenze sul centro – e con gli altri 11 Comuni che vi accedono. «Abbiamo dato la massima disponibilità ad un trasferimento in altre sedi – precisa Antonietta Barone, responsabile del Centro – a condizione che i nuovi locali individuati siano idonei alle esigenze e alla attività istituzionali del Centro, oltre a dover risultare adeguati alle prescrizioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro». La dottoressa Barone chiarisce i motivi dell’assenza di rappresentanti della Commissione alla riunione convocata nei locali del Centro dal dirigente del settore Politiche del lavoro: «era rivolta ai soli sindaci dei comuni che rientrano nel’ambito di competenza del Centro per informarli sulla tematica del trasferimento della sede dell’ufficio nell’ottica di un corretto rapporto istituzionale tra Enti». Tocca infatti ai comuni a fornire la sede al Centro, sopportandone l’onere economico.

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