I dieci anni dell'euro: i salernitani chiedono prestiti

Aumentano i depositi, ma anche i prestiti. E’ quanto emerge dai dati della Banca d’Italia secondo cui, dal 2001 - data dell’introduzione dell’euro - ad oggi, le famiglie salernitane si sono sempre di più rivolte alle banche per colpa della crisi. In crescita anche i prestiti, sia per le aziende che per le famiglie

• Risparmio sì, ma non per via dell’euro. Dal 2001 ad oggi le famiglie salernitane si sono sempre di più rivolte alle banche, di piccole o grandi dimensioni, per poter mettere sotto chiave i loro risparmi. Non è stata, però, l’introduzione della moneta unica a far correre ai ripari i lavoratori e le famiglie, ma, come dimostrano i dati della Banca d’Italia, è stata esclusivamente la crisi degli ultimi anni ad aver spinto i consumatori a depositare i propri averi in banca. Ma, nel corso del tempo, sono aumentati anche i prestiti che, soprattutto le aziende, hanno chiesto agli istituti di credito per far fronte agli investimenti.

• I depositi. A depositare i soldi in banca, sono principalmente le famiglie, perché le aziende reimpiegano in investimenti gli eventuali utili derivanti dalla loro attivitá. Nel 2001, primo anno preso in considerazione con la presenza ancora della lira, il totale dei risparmi depositati dalle famiglie dell’intera provincia di Salerno equivaleva a 6 miliardi di euro, che, nel 2004, erano giá diventati 6,8 miliardi. Giá nel dicembre 2007 il livello complessivo di fondi depositati era arrivato a quota 8 miliardi. Di questi, 5,7 messi da parte dalle famiglie e circa 1,7 dalle imprese. Da questa data in poi, il livello medio di depositi delle aziende è rimasto pressoché invariato nel tempo (anche ad agosto 2011 era di 1,7 miliardi). E’ aumentato in maniera costante il deposito delle famiglie: 6,3 miliardi "conservati" a fine 2008, passati poi a 6,6 nel 2010, e a 12,9 miliardi ad agosto dell’anno in corso. Nei primi otto mesi del 2011, quindi, il livello di risparmio è raddoppiato. Tuttavia, basta fare una semplice divisione per capire che, mediamente, i risparmi in banca non sono di certo delle fortune. Ogni salernitano che ha un conto in banca, infatti, ha più o meno diecimila euro messi da parte; mentre, invece, nel 2001 i risparmi per ogni salernitano erano di circa seimila euro.

• I prestiti. E’ questo il dato più preoccupante, che conferma la difficoltá dell’economia provinciale. I prestiti sono in costante aumento, sia sul versante industriale che per quello che riguarda le famiglie. Si è passati, infatti, dai 5,7 miliardi di euro concessi nel 2001, ai 6,6 del 2003. Per poi superare giá quota dieci miliardi nel 2007 ed arrivare, in costante aumento, ai 14,4 miliardi dell’agosto del 2011. Sono principalmente le aziende a chiedere prestiti alle banche, per somme sempre più consistenti. A fine 2007, infatti, il sistema produttivo locale aveva acceso prestiti per 6,6 miliardi di euro, pari, cioè, a circa 60mila euro per azienda. A fine 2008 il livello era salito a quota 7 miliardi.

Fino ad arrivare ai 7,7 dell’anno in corso, dove, in pratica, i prestiti della singola impresa si aggirano intorno ai 70mila euro. Anche le famiglie salernitane hanno fatto ricorso sempre più spesso a dei piccoli mutui per la loro quotidianitá. Nel 2007 la quota era di 4 miliardi (pari a quattromila euro a nucleo familiare), fino ad arrivare ai 5,4 miliardi del 2010 e agli attuali 5,6 miliardi. Tutte cifre che dimostrano come il vero e proprio "strappo" creditizio sentito dai salernitani - imprese e famiglie - non si è avuto con il passaggio della moneta, ma tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010. Ovvero con la prima grande onda internazionale legata alla crisi.
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