I D’Auria non mollano la tenuta

Pagani: ricorso al Tar contro l’ordinanza di sgombero emessa per l’antico edificio Criscuolo

PAGANI. Istanza al Tar contro l’ordinanza di sgombero della proprietà Criscuolo notificata dal Comune alla famiglia Petrosino D’Auria. Il legale di Michele Petrosino D’Auria, Bonaventura Carrara, ha impugnato la decisione chiedendo al tribunale di Nocera di sospendere ogni decisione. In caso di conferma dello sgombero da parte del Tar, l’avvocato ha chiesto tempo in ragione della patologia del suo assistito, già trasferito da una residenza per problemi psichici. In quel caso l’imputato avrà bisogno di una sospensione per cercarsi in fitto una casa dove scontare la custodia. D’Auria, attualmente agli arresti domiciliari per il processo Linea D’ombra proprio nella proprietà comunale in uso da anni alla sua famiglia, trascorse un periodo di detenzione nella struttura psichiatrica Villa Chiarugi per un esaurimento conseguente al primo arresto del luglio 2011.

Dopo verifiche e relazioni tecniche sull’utilizzo del fondo, il Comune aveva ordinato lo sgombero, seguito dalla richiesta di trasferimento del domicilio per la misura cautelare di D’Auria da parte della procura antimafia. Successivamente i carabinieri avevano verificato la effettiva disponibilità del domicilio di via Corallo per la detenzione presso la casa della sorella dell’imputato, su richiesta espressa dal primo collegio. Il pm Vincenzo Montemurro, titolare dell’accusa nel dibattimento che vede imputato il D’Auria con l’ex sindaco Gambino e altri imputati, aveva chiesto che D’Auria abbandonasse la proprietà Criscuolo, in uso alla madre, Giuseppina Ruggiero.

La difesa ha impugnato l’ordinanza chiedendo tempo al tribunale in attesa della decisione del Tar. D’Auria Petrosino per la procura è il collegamento con l’amministrazione.

Con Michele è imputato al processo anche il fratello Antonio, ritenuto capo del clan Fezza-D’Auria. Il fondo Criscuolo, dopo anni di gestione dei Petrosino D’Auria, era destinato a utilizzo sociale, prima del contratto di locazione agraria intestato alla Ruggiero, moglie del boss Gioacchino Petrosino D’Auria. La procura antimafia aveva indicato il domicilio di via Corallo come alternativa per la detenzione dell’imputato D’Auria, con la verifica ordinata dai giudici e la risposta dell’avvocato Carrara.

Sulla proprietà ci sono accertamenti dell’ufficio tecnico comunale e della tenenza dei carabinieri, rilievi e verifiche documentali, perizie della Dda di Salerno e rilievi di lavori illegittimi, contestati cambi di destinazione d’uso con opere abusive e, infine, l’ordinanza di demolizione del 27 maggio 2010, con successiva inadempienza e ordine di sgombero. La casa sarebbe anche prova, per la ricostruzione accusatoria della Dda, dello scambio elettorale tra l’amministrazione capeggiata dal sindaco e consigliere regionale Gambino e il gruppo D’Auria, ala egemone del clan che li affianca alla famiglia dei Fezza.

Una questione che ha sempre suscitato grandi polemiche e discussioni non soltanto a Pagani. Adesso di tratta di attendere la decisione del tribunale amministrativo.

Alfonso T. Guerritore

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