le rivelazioni sugli armatori

I conti all’estero dei D’Amico «Così si può evadere il fisco»

Evasioni fiscali, conti all’estero, «operazioni poco chiare». monsignor Nunzio Scarano ne parla nell’interrogatorio dell’8 luglio in cui ricostruisce i suoi rapporti con gli armatori salernitani D’Ami...

Evasioni fiscali, conti all’estero, «operazioni poco chiare». monsignor Nunzio Scarano ne parla nell’interrogatorio dell’8 luglio in cui ricostruisce i suoi rapporti con gli armatori salernitani D’Amico. «Da loro ricevevo rimesse mensili attraverso un conto di Montecarlo, per agevolarmi nell’acquisto di una casa a Roma» afferma. Per loro avrebbe organizzato il rientro di 20 milioni dalla Svizzera a bordo di un aereo noleggiato dall’agente segreto Giovanni Zito, un’operazione (poi fallita) da cui avrebbe guadagnato «un milione e mezzo per chiudere la mia partecipazione nelle società operante a Paestum». Quei 20 milioni però non erano solo di «Paolo, Cesare e Giovannella D’Amico» ma anche del direttore finanziario «Carlo Lomartire, della convivente, del fratello e del cognato». E ai magistrati romani, che gli chiedono da dove arrivassero quei soldi, ipotizza «che siano frutto di evasione fiscale(...) Somme mai scudate, e credo che fossero in nero perché Cesare mi riferì di una discussione sul punto con la moglie, che lo rimproverava di aver parlato al telefono del conto svizzero». Sarebbe stato il direttore finanziario del gruppo a consegnare il denaro al broker Giovanni Carenzio perché lo investisse all’estero: «So che il Lomartire veniva pagato anche per effettuare operazioni poco chiare – rivela il sacerdote – e quindi tiene un po’ tutti sotto schiaffo e Paolo voleva cacciarlo quanto prima».

I D’Amico però continuano a negare tutto. In una nota diramata ieri pomeriggio ribadiscono «che i rapporti intrattenuti con il prelato erano circoscritti ad iniziative di beneficienza e donazioni e ribadiscono la loro totale estraneità alle vicende riferite da Scarano»