I consiglieri “disoccupati” da due mesi 

A Battipaglia non si convoca da tempo l’assise ma anche le commissioni vanno a rilento per i numeri della maggioranza

BATTIPAGLIA. Ferie forzate. A Palazzo di Città i consiglieri comunali sono fermi da più di due mesi. Dai primi d’agosto ai primi di ottobre nel civico consesso non s’è mossa una foglia. Il motivo? I numeri.
Scricchiolii. C’era una volta una maggioranza bulgara. Da una parte, i diciassette di Cecilia Francese; dall’altro lato, gli otto consiglieri dell’opposizione: così si presentava l’emiciclo consiliare un anno fa. Poi la sindaca ne ha persi quattro, che sono andati dall’altra parte, ed una consigliera di maggioranza, Ada Caso, è partita per gli Usa per un’importante esperienza formativa semestrale. Ed oggi i voti delle due coalizioni si equivalgono: 12 a 12. Purché in maggioranza a nessuno venga un raffreddore e purché l’indipendente Angelo Cappelli si schieri sempre con la Francese. Scricchiolii di inizio autunno.
Riposo forzato. E così, nell’agenda, convocazioni del parlamentino cittadino non se ne vedono, ma non si vede neppure l’ordinaria attività consiliare che è alla base della vita politica di una città: le commissioni consiliari permanenti. Con i nuovi equilibri in Consiglio comunale, infatti, i membri del gruppo misto, che ormai è il più numeroso, sono diventati sette: le commissioni, però, sono sei, e quindi non c’è spazio per tutti. Una grana che si poteva districare con le presidenze: la maggioranza aveva deciso di dare due delle quattro sedie libere alla minoranza. Oggi, però, è al palo pure il dialogo con l’opposizione. Nelle scorse ore, i capigruppo si sono riuniti in conferenza, cercando di superare l’impasse, verificatosi lunedì scorso, quando le votazioni in commissioni sono finite in parità, ma la maggioranza vuole scegliere i nomi della minoranza e vuole pure la guida delle commissioni che contano. E alla minoranza non va giù. Il punto è che, se non si riuniscono le commissioni, non si può indire neppure il consiglio comunale. E così, dal 6 agosto, tutto è fermo.
A destra e a sinistra. Intanto Forza Italia, partito di maggioranza, si spacca. «Se dobbiamo stare all’opposizione, non lo decide Giuseppe Provenza o il gruppo consiliare, ma il partito». Così i consiglieri azzurri Valerio Longo e Gerardo Zaccaria attaccano il coordinatore cittadino Provenza, ex assessore che, a causa delle deleghe gratuite che la sindaca ha affidato agli esperti “rossi” Gianpaolo Lambiase e Donato Santimone, aveva esortato i suoi a passare all’opposizione: «L’anomalia - attaccano gli azzurri, riferendosi all’ingresso in giunta di Rosaria Caracciuolo - è nominare l’assessore e fare opposizione sui social, è non partecipare alla cabina di regia per porre le questioni, perché si ha più dignità quando si piazza un amico in giunta, e non quando si discute di politica e FI non è un ufficio di collocamento». Ed attaccano FdI: «I “fratellini” erano in una maggioranza coordinata da Brunello Di Cunzolo, ex militante del Pc, e nella quale il consulente del sindaco era un altro storico comunista, Rosania; dov’erano quando ci opponevamo allo Sprar e chiedevamo piazza Almirante?».
Infatti l’ex vicesindaco Ugo Tozzi di FdI accusa la sindaca: «Le sue scelte quotidiane vanno contro la volontà di quel popolo, in gran parte di centrodestra, che l’ha votata». Da qui l’accorato appello: «Ama la città? Dia le dimissioni!». È l’attacco degli ex, visto che pure Alfonso Baldi e Rossella Speranza, in maggioranza fino a due mesi fa dicono: «O i consiglieri di FI hanno condiviso tale scelta, il che evidenzierebbe una frattura tra il coordinamento e gruppo consiliare, o la sindaca ha scelto senza condivere con un importante partito che la sostiene».
Carmine Landi
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