I centristi si dividono Addio al progetto di un campo unico

Area popolare a destra con D’Acunzi e a sinistra con Bennet E a Salerno rischia di perdere i due consiglieri comunali

SALERNO. Che fine ha fatto il “laboratorio centrista”, quello che a Salerno città ha portato in Comune due consiglieri e un assessore e che sembrava essere la base di decollo di un progetto più ampio? Quello, per intenderci, che oltre alle Amministrative 2016 era, ed è stato, determinante per l’elezione di Giuseppe Canfora alla Provincia e della sua maggioranza. Quello che finanche il governatore Vincenzo De Luca, nel 2015 aveva portato in dote, con successo, alla maggioranza di Palazzo santa Lucia? Insomma gli stessi centristi ai quali i democrat hanno sempre riconosciuto ricchi premi e cotillon malgrado un peso specifico equivalente o addirittura inferiore, a altre forze di coalizione: una su tutte i Socialisti. Così alle prossime Amministrative dell’11 giugno i tre principali partiti di centro: Udc, Scelta Civica e Ap (ex Nuovo Centrodestra) sembrano aver dissolto la loro spinta unitaria; adeguandosi, nei territori, più a un principio di opportunità politica, che a quell’iniziale progetto di “grande centro”. Del resto è lo stesso quadro nazionale a determinare le incertezze dei centristi, e non solo. Da Angelino Alfano che sembra voler tenere botte piena e moglie ubriaca a Ciriaco De Mita, che sceglie di andare contro Matteo Renzi al referendum salvo poi essere stampella di De Luca in Regione. Un quadro di incertezza partitica che dissolve anche il lavoro in città, con i due consiglieri eletti nella lista “Moderati per Salerno” pronti a fare le valige per sostenere quel “Capo progressista” costruito dall’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Così, nella maggior parte dei piccoli Comuni al voto si è «lasciato mano libera» ai civismi locali.
Nei quattro comuni sopra i 15 mila abitati, il partito con maggiore discontinuità sembra essere proprio il neo Alternativa popolare di Angelino Alfano. Che a Nocera Inferiore esprime un proprio candidato a sindaco (Pasquale D’Acunzi) mettendo insieme il centrodestra (con Forza Italia e Fratelli d’Italia) e contrapponendosi al candidato di centrosinistra, Manlio Torquato che invece incassa l’appoggio, con tanto di lista e simbolo, dell’Udc e Scelta Civica. «Ci è dispiaciuto non poter riproporre lo stesso modello messo in campo alle Amministrative di Salerno - commenta Guido Milanese, coordinatore provinciale di Ap - ma noi avevamo un candidato forte capace di raggiungere il ballottaggio e abbiamo trovato la piena convergenza di altre forze politiche». Tanto per essere chiari, nella Valle dell’Irno, a Mercato San Severino, Alternativa popolare candida Rosario Bisogno nelle liste del candidato di centrosinistra Vincenzo Bennet. Così come «con gli altri partiti di centro ci siamo ritrovati ad Agropoli» aggiunge Milanese, per il quale: «Il panorama nazionale non è chiaro e dunque non ci sembrava opportuno ingessare situazione locali che poi avrebbero potuto confliggere con quelle nazionali».
Più coerente il posizionamento di Scelta Civica, che alle Amministrative scende in campo con il simbolo “Cittadini” rimanendo saldo nel centrosinistra nei quattro principali comuni al voto. «Noi ribadiamo la necessità di organizzare questa forza moderata in alleanza con il Partito democratico a livello provinciale» spiega il segretario Giovanni D’Avenia, per il quale la “questione moderati” «è un problema nazionale. Le forze moderate - aggiunge - attualmente rappresentate da piccoli partiti, non hanno la forza di mettersi insieme e creare un progetto politico unico». Questo si traduce in un «abbassamento della credibilità verso gli elettori anche se, l’unione, garantirebbe l’allargamento della base elettorale richiamando molte persone che oggi si tengono fuori». Per D’Avenia il problema è «la mancanza di un leader» che lascia l’arcipelago centrista a una navigazione a vista. E sulle Amministrative di giugno, il segretario di Scelta Civica è convinto che «tanto Italo Voza a Capaccio che Manlio Torquato a Nocera Inferiore, hanno investito sulla politica volendo a loro sostegno anche i partiti per far sì che il centrosinistra si compatasse intorno alla loro figura».
«Quella di Salerno fa storia a se» spiega il segretario provinciale dell’Udc, Luigi Cobellis. Il partito dei De Mita infatti è presente solo a Nocera Inferiore in coalizione con Torquato. Negli altri comuni «abbiamo ritenuto di lasciare mano libera». Mano libera che ad Agropoli sembra aver prodotto un passaggio in squadra con il candidato sindaco Agostino Abate che si oppone al delfino di Franco Alfieri, l’ex vicesindaco Adamo Coppola. Abate mette schiera la lista “Agropoli al centro” e mette in lista Emilio Malandrino che si era candidato cinque anni prima con l’Udc e a supporto di Alfieri. Del resto anche il competitor di Coppola, Abate era in maggioranza con Alfieri in quota Udc e vicino alle posizioni del segretario Cobellis. A Capaccio idem, niente lista ma di area Udc, candidata con Voza è l’assessore uscente Donatella Pannullo.
Una forza quella dei centristi che quando si misurò alle Regionali del 2015 ottenne circa il 5 per cento (Udc più Scelta Civica, Ncd era in coalizione con Stefano Caldoro) ottenendo due assessorati (Corrado Matera e Chiara Marciani) e posizioni di sottogoverno. Cosa che invece non è toccata ai Socialisti che alle regionali ottennero il 2,18 per cento. Alle Amministrative di Salerno, i tre partiti di centro unitisi in quel progetto “Moderati per Salerno” ottennero 5,46% poco sotto i Davvero Verdi (oggi Articolo 1 - Mdp) e più di tre punti sotto i Socialisti che a Salerno città ottennero 8,19 per cento.
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