I bimbi contesi restano alla casa famiglia

L’ha deciso la Corte d’Appello che ha sospeso per un anno la potestà sui due ragazzini sia alla madre che al padre

Tre settimane fa aveva fatto parlare l’Italia la storia dei due bambini battipagliesi, di 7 e 8 anni, allontanati con la forza dalla madre. La donna, un’insegnante battipagliese di 46 anni, accusata di sindrome di alienazione parentale, era stata dichiarata decaduta dalla potestà dal tribunale per i minorenni. I bambini le furono “strappati” e affidati a una casa famiglia.

La Corte di Appello, nel rivedere la sentenza di primo grado, ha alleggerito la posizione della donna, revocando la decadenza e tramutandola in sospensione per un solo anno. Stessa decisione è stata presa nei confronti del padre, assistito dall’avvocato Giovanni Concilio. La Corte, inoltre, al fine di avviare un percorso riabilitativo, ha disposto che il tribunale appronti per entrambi i genitori appropriati programmi terapeutici e di sostegno. Intanto i bambini resteranno nella casa famiglia.

A far scoppiare il caso dei bambini di Battipaglia fu un video che la madre girò col suo telefonino il pomeriggio nel quale la Polizia, ottemperando a un’ordinanza del tribunale per i minorenni, accompagnata dai servizi sociali del comune di Battipaglia, eseguì l’ordine di allontanare i piccoli dalla madre, trasferendoli in un comunità di Salerno. Era il 15 marzo scorso. Da quei pochi minuti di ripresa, molti dei quali solo audio, traspare tutta la drammaticità di quei momenti: la disperazione della madre e della nonna e, soprattutto, dei bambini che si trovarono catapultati in situazione davvero tragica. Il video fu postato dalla madre sul profilo Facebook. La voce singhiozzante di uno dei piccoli che in lacrime chiede: “Mamma ci uccidono?”. E, piangendo, si preoccupa: “Chi ci aiuterà a fare i compiti?”.

Le domande dei due bambini hanno scosso anche l’opinione pubblica. A Battipaglia è stato organizzato un corteo di solidarietà per i bambini coinvolti, loro malgrado, in questo ciclone giudiziario. La gente invocò a gran voce il ritorno dei ragazzini agli affetti familiari.

L’episodio dei fratellini battipagliesi riporta alla mente il caso di Leo, il ragazzino portato via a forza all’uscita da scuola a Cittadella, in provincia di Padova. All’origine del caso dei fratelli di Battipaglia c’è una separazione difficile, complicata da denunce tra i coniugi. Nelle querele ci sono accuse forti all’indirizzo dell’ex marito formulate dall’insegnante (assistita dagli avvocati Rosa Calella e Cecchino Cacciatore). Su questo aspetto, nelle motivazioni, la Corte di Appello ha “evidenziato l’infondatezza di numerose denunce presentate dalla donna contro il marito”.

I giudici, sempre nelle motivazioni, si sono soffermati anche sulle condizioni dei minori definite “precarie” sia sul piano fisico sia sul piano dello sviluppo psichico e relazionale. L’insegnante, subito dopo l’accaduto, ricevette subito la solidarietà delle colleghe dell’istituto alberghiero che, in una lettera aperta, la definirono “un’ottima educatrice”.

La decisione della Corte di Appello ha dunque alleggerito la posizione di entrambi i genitori con la revoca della decadenze della potestà, ma per ora i bambini restano nella casa famiglia.

Massimiliano Lanzotto

©RIPRODUZIONE RISERVATA