L'ALTRA MOVIDA

I 25 anni di Mumble RumbleNotti di chitarre e di dibattiti

Musica e cultura a disposizione della comunità, ma l'attività del locale sembra molto ridimensionata

Era l’ottobre del 1983 quando un gruppo di giovani salernitani, cresciuti a pane e beat generation, con il pallino per la musica, il fumetto ed il teatro, occuparono un ex asilo comunale nel cuore di una Pastena degradata e periferica. L’asilo in questione era chiuso già da tre anni, per via del terremoto dell’80, ma l’allora sindaco Giordano continuava a pagare il fitto al proprietario. Fu così che Peppe Zinicola, Franco Alfano e Vincenzo Zagaria decisero di appropriarsi della struttura e di restituirla alla comunità in una veste totalmente nuova.
Così nacque il Mumble Rumble - poi diventato circolo Arci - che per almeno una decina d’anni è stato un punto di riferimento fortissimo per giovani e meno giovani salernitani. Un luogo d’incontro, di aggregazione sociale, di cultura e di scambio, dove concerti e performance erano appuntamenti quotidiani. Una sorta di "anti-movida", o meglio, di movida culturale, capace di proporre stimoli oltre che bottiglie vuote. «Ognuno portò le sue esperienze ed i propri contatti - racconta Zinicola - ed in breve riuscimmo a diventare un importante punto di riferimento, prima per il quartiere, poi per la città». Erano gli anni delle scuole di musica e di fumetto, dove si sono avvicendati - in qualità di alunni e di insegnanti - nomi di (allora) giovani noti (ora) artisti salernitani. C’era Renato Costarella che dava lezioni di piano, Stefano Giuliano di sax, ma anche Dario Deidda, Peppe Lepore (che è volato a New York), Roberto Marino, Guglielmo Guglielmi, Paolo Pelella e lo scomparso Angelo Mutarelli a cui è dedicata l’attuale scuola di musica. Qui si è formata anche la squadra dei fumettisti, da Bruno Brindisi (tutt’oggi ospite della struttura di via Loria, ma in qualità di musicista), Peppe De Nardo, Giuliano Piccininno, che hanno poi intascato successi a livello nazionale. Di primati, l’attuale circolo Arci, ne vanta tanti: in via Loria è nata la prima associazione musicisti salernitani (negli anni ’90), ma anche la prima scuola di musica blues. «Erano anni di grande fermento - continua Zinicola - Tra i primi concerti che organizzammo ci fu quello dei Litfiba al Modernissimo. Era il 1983 ed erano praticamente sconosciuti». Il successo inizia ad arrivare nell’87, con l’organizzazione del Festival Blues (oggi trasformato in Summer Festival) che ha visto in città personaggi come BB King, i Blues Brothers, iChieftains, Jan Garbareck, Johnny Winter, Jeff Beck. «Grazie alle auto tassazioni, acquistammo gli strumenti e nel ’90 nacque la prima sala prove cittadina», dove si esibivano Paolo Fresu e Lerry Nocella e perfino l’allora sconosciuto Diego De Silva con la sua band. Nella musica c’erano poi incursioni di teatro sperimentale e dibattiti politici. Negli anni il Mumble Rumble si è fatto conoscere in tutta Italia, ospitando le selezioni per Arezzo Wave ed il Festival blues di Pistoia e producendo un Cd (era il ’97) con le incisioni dei gruppi indipendenti del Salernitano, che ottennero una vetrina al salone del libro di Torino.
«Abbiamo avuto alti e bassi, ma siamo riusciti nell’obiettivo che ci eravamo prefissi: offrire un’alternativa ai giovani», dice Zinicola. Alternativa che oggi sembra azzerata. Le attività del Mumble Rumble hanno subìto un rallentamento notevole rispetto al passato. I concerti sono diventati sporadici. Quest’anno è saltato anche il tradizionale appuntamento del 1º Maggio organizzato in partnership con l’associazione Daltrocanto e- fatta eccezione per la collaborazione con Paolo Traverso e le iniziative all’Iroko - è pericolosamente in bilico, dopo 21 anni di onorata carriera, il Summer Festival. Mancano i fondi, o meglio «evidentemente l’amministrazione comunale preferisce investirli in altre attività». E senza soldi, anche l’altra movida sembra destinata a prosciugarsi. «Si parla di città della musica - ruggisce Zinicola - ma è un’eresia. Ormai in città non c’è più neppure un locale che fa musica dal vivo».
Lo sanno bene anche le decine di ragazzi che ancora frequentano la struttura per provare, con la consapevolezza che se non migrano almeno nel by night di Cava, non potranno esibirsi mai. «Musica è cultura e questo significa anche tagliare fuori la delinquenza. Diverso è offrire ai ragazzi un unico modello, quello dei drink al tavolino di un bar dove circolano fiumi di cocaina». Eppure il Mumble Rumble, oltre ad offrire alternative, ha cresciuto spiriti indipendenti, li ha rifocillati a suon di musica e fumetti, a molti ha addirittura trovato un lavoro. Ma il futuro sembra più "mumble" (come nelle nuvolette dei fumetti che indicano il cruccio del pensiero) che "rumble" (come il rumore delle batterie). E se non arriverà un aiuto economico, l’altra movida resterà in stand by. Al pari dei bellissimi ed inediti disegni di Brindisi - realizzati in occasione di diversi concerti - chiusi in un cassetto aspettando tempi migliori.