«Ho colpito solo per difendermi»

Delitto alle Fornelle, il genero di Tura ha ribadito di aver reagito alle avances

Una prima coltellata per difendersi dalle continue avances del suocero. Luca Gentile, sentito ieri di nuovo dal pm Elena Guarino, avrebbe ripetuto di essersi difeso dal suocero che gli intimava di rompere il fidanzamento.

Eugenio Tura De Marco, assassinato lo scorso febbraio nell’abitazione di piazza Matteo d’Aiello, fu ucciso dalla prima coltellata sferrata dal fidanzato di sua figlia Daniela: fendente che Gentile ha conficcato tra un fianco e la schiena della vittima mentre si trovava seduto su di una sedia della cucina.

All’interrogatorio, presenti i difensori dell’indagato, Enrico Lizza e Luigi Gassani, i carabinieri e il neurologo Antonello Crisci, consulente della procura, Gentile avrebbe anche mimato la scena della coltellata che ha raggiunto l’arteria renale, uccidendo il carrozziere con il quale – secondo l'indagato – c’era stata anche una colluttazione. All’appello manca, però, un elemento di prova importante: il coltello.

Nei prossimi giorni, intanto, potrebbero riaprirsi le porte dell’abitazione sequestrata alle Fornelle per quello che in gergo giudiziario viene chiamato “esperimento giudiziale”. Saranno presenti tutti, soprattutto Gentile che potrà mimare la scena della prima coltellata. Non è escluso che possa prendervi parte anche la figlia del carrozziere ammazzato, indagata per concorso morale in omicidio. Infatti, per il pm, sapeva già che il padre era morto e che a ucciderlo era stato il fidanzato, con cui poche ore prima aveva progettato il delitto. (m.l.)

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