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Hanno aiutato un latitante Arrestati madre e figlio

CENTOLA. Hanno aiutato il latitante a sfuggire alla pena: mamma e figlio arrestati a Palinuro. Dopo il blitz che qualche giorno fa ha portato all’arresto di Massimiliano Sestito, 42 anni, boss della...

CENTOLA. Hanno aiutato il latitante a sfuggire alla pena: mamma e figlio arrestati a Palinuro. Dopo il blitz che qualche giorno fa ha portato all’arresto di Massimiliano Sestito, 42 anni, boss della ’ndrangheta che nel 1991 ammazzo un carabiniere, sono finiti nei guai anche il 21enne Antonio Gallo, originario di San Giorgio a Cremano ma residente a Centola (con cui il pluripregiudicato si accompagnava in spiaggia al momento dell’arresto) e la mamma Anna Quiriti.

Durante la perquisizione nell’abitazione di quest’ultimi, gli investigatori della Squadra Mobile di Roma, hanno trovato indumenti, effetti personali e documentazione riconducibili al latitante, motivo per il quale Gallo e sua madre, sono stati tratti in arresto per il reato di procurata inosservanza di pena.

Dopo le formalità di rito, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto, per i due sono scattati i domiciliari mentre Sestito è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Vallo della Lucania.

Il 42enne, latitante dal 9 agosto dopo essersi sottratto a un provvedimento di semilibertà, è pluripregiudicato per omicidio, associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti ed è considerato organico alla cosca Iozzo-Chiefari-Procopio attiva nel soveratese. I suoi trascorsi criminali, si legge in una nota della Questura, evidenziano la sua «estrema pericolosità». Il 20 agosto 1991 a un posto di blocco a Satriano, in provincia di Catanzaro, per scappare da un controllo dei carabinieri non esitò a uccidere l’appuntato dei carabinieri Renato Lio a colpi di pistola. Secondo gli inquirenti Sestito graviterebbe anche in contesti ’ndranghetistici della Capitale, dove il 24 gennaio scorso è stato consumato l’omicidio di chiara matrice mafiosa del pregiudicato calabrese Vincenzo Femia, ritenuto il referente sul territorio romano della cosca Nirta di San Luca.