«Ha sbagliato, non doveva candidarsi»

D’Attorre, deputato Si: «Il silenzio del Pd è insostenibile, visto quello che ha fatto con Marino»

SALERNO. Sono stati per un po’ dallo stesso lato della barricata, da tempo non è più così, e non è difficile intuirlo. Leggete qui: «La nuova indagine su De Luca? È una vicenda inquietante, sarebbe stato meglio non candidarlo per la vicenda giudiziaria che lo riguardava. Ha fatto un errore il Pd e anche lui ad insistere».

Lui è Alfredo D’Attorre, ex segretario provinciale a Salerno del Pd, poi commissario del partito in Calabria, quindi deputato, fino a qualche giorno fa dello stesso Pd e da qualche giorno di Sinistra Italiana; la frase l’ha pronunciata al programma di Radio2, “Un Giorno da Pecora”. Il concetto l'ha poi arricchito parlando con i cronisti in transatlantico alla Camera: «La magistratura farà i suoi doverosi approfondimenti. È chiaro che è una vicenda che si salda con quella pregressa della Severino e determina un quadro politicamente insostenibile in Campania. Il cittadino comune si chiede come possa lo stesso partito mandare a casa Marino senza consentirgli di andare in Consiglio comunale e non prenda una posizione chiara su De Luca. Lui è stato un eccellente amministratore di Salerno, ma ha compiuto un errore a candidarsi alla guida della Regione Campania. E questo silenzio del Pd è a mio avviso insostenibile».

D’Attorre ha incrociato le armi anche con Matteo Renzi, non solo per le dichiarazioni del premier che aveva detto, con l’abituale savoir-faire, «credo che essere di sinistra non sia fare i convegni o organizzare piccoli partiti che non vinceranno mai», ma pure sulla vicenda De Luca. «La nascita di Sinistra Italiana deve aver inquietato non poco il premier-segretario, vista l’insistenza della sua polemica preventiva - ha detto D’Attorre - anziché insistere su uno stantio trionfalismo, pensi piuttosto alla ripresa del Pil e all’occupazione che rimane ampiamente sotto la media dell’eurozona, nonostante le circostanze esterne straordinariamente favorevoli. E magari il segretario Renzi trovi il modo di esprimersi sulla vicenda De Luca, dopo aver mandato a casa Marino senza aver consentito neppure un confronto in Consiglio comunale».

Infine un cenno al futuro di Si: «Il leader lo sceglieremo in democrazia. Se sarò io? Non ho questa ambizione».

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