Guerra intestina nel Pd Voza e Palumbo al veleno 

L’uscente invoca la nascita di un nucleo di resistenza contro gli invasori di Capaccio E l’avversario replica: «Non ha un casellario giudiziario immacolato come il mio»

CAPACCIO PAESTUM. Mancano una decina di giorni al ballottaggio che già volano veleni e accuse tra i candidati sindaco di Capaccio Paestum, entrambi di centrosinistra e entrambi con la tessera Pd in tasca, Italo Voza e Francesco Palumbo. I vertici locali e provinciali dei “dem” hanno deciso di dare il proprio sostegno ufficiale a Voza, affidandogli anche il simbolo del partito. Ma Palumbo rivendica la sua appartenenza politica, anche in vista del ballottaggio. Una invasione di campo (Palumbo è stato fino a poco più di un mese fa sindaco della vicina Giungano) per la quale ieri Voza ha annunciato di voler attivare «un nucleo di resistenza contro chi vuole impadronirsi della città». «Credo di concorrere in una competizione che onora chiunque vi partecipi, considerata l’assoluta importanza del Comune in cui viviamo. Intendo la politica come un concorso di idee e continuerò – afferma Voza - a sottoporla a ragionamento, al di là delle sfrenate ambizioni personali, che appartengono a chi è dominato da un ordinario e frustrante provincialismo. Lascio agli altri la convinzione di essere il migliore. Io credo che nella vita si possa e si debba sempre migliorare. Resto convinto di dover rappresentare, in questo frangente, un nucleo di resistenza a chi, protetto da eminenze grigie, vuole impadronirsi di Capaccio Paestum, sfoderando un populismo di circostanza e una posticcia rabbia subculturale, che non rappresentano certamente un esercizio critico, ma la foga e il gusto di chi ansima un potere per sentirsi qualcuno e contare finalmente qualcosa».
Voza coltiva la speranza di poter dare prosieguo al programma di «miglioramento dei nostri luoghi, contemplato insieme a esponenti ed esperti della società civile pestano-capaccese, che hanno maturato la giusta esperienza per mettere al servizio della collettività e del territorio, passione, creatività, gradevolezza». «Capaccio Paestum ha bisogno di attenzione - aggiunge - non di essere bramata da forsennati in cerca di possesso. Ringrazio le donne e gli uomini che hanno voluto accordarmi la loro fiducia, e i 64 candidati che hanno con me collaborato, permettendomi di arrivare in testa alla fine di questa prima tornata, nonostante una campagna elettorale dove sono stato un continuo bersaglio a colpi di demagogia, tanto per usare un eufemismo, dove il motivo dominante era il banalissimo intento di mandarmi a casa».
Puntuale la replica di Palumbo: «Evidentemente Voza mentre mi accusava, si stava guardando allo specchio. L’unica cosa che non ha potuto dire è di avere un casellario giudiziario immacolato come quello del sottoscritto. E tante altre cose che ne parleremo, qualora si presentasse l’occasione e dovesse essere necessario. Continuo a seguire la mia strada nell’esclusivo interesse del popolo capaccese, tentando di mandare a casa chi ha fatto tanto male a Capaccio Paestum. Basta scorrere i nomi degli eletti in caso di vittoria di uno o dell’altro per capire chi ha ragione. Voza non ha capito che una cosa è un mandato nell’interesse di una comunità e un’altra è gestire la proprietà degli altri come fosse cosa propria».
E sulle eminenze grige risponde: «L’unica eminenza grigia che mi sostiene è l’amore e il consenso del popolo, che ha ben capito chi può fare i propri interessi a differenza del familismo che ha dimostrato Voza, monopolizzando interi uffici comunali cosa che gli è già costato un processo in corso». Palumbo promette che il giorno dopo il ballottaggio «tutto questo cesserà insieme a tante altre porcherie, che hanno caratterizzato la sua amministrazione. Poi se vorrà sono pronto ad un confronto pubblico, un faccia a faccia, senza trasmissioni con domande prestabilite. Sperando che questa volta si presenti. Cosa che dubito possa accadere perché ha troppi scheletri nell’armadio difficilmente gestibili. Posso dimostrare le sue calunnie, la falsità delle cose che dice e quelle che dicono i suoi amici».
Angela Sabetta
©RIPRODUZIONE RISERVATA.