Guerra del caro estinto In 5 a rischio processo

Botte e minacce in ospedale per accaparrarsi i funerali di pazienti appena spirati Imputati il titolare di un’agenzia funebre e personale in servizio sulle ambulanze

Morti spacciati per vivi, certificati falsificati e poi botte e minacce, per accaparrarsi prima il trasporto della salma dall’ospedale a casa e poi l’organizzazione dei funerali. È una battaglia spregiudicata quella ricostruita dal pubblico ministero Marco Colamonici nella richiesta di rinvio a giudizio per un imprenditore del settore funebre, tre operatori di un’associazione di volontariato e un medico dell’ospedale ebolitano. A rischiare il processo sono Liberato Cioffoletti di Campagna, titolare dell’omonima agenzia funebre, il medico Nicola Bertolini (solo per avere attestato la dimissione in vita di una paziente che invece risulta già deceduta) e tre operatori della Croce Gialla: gli ebolitani Domenico Antoniello, Vincenzo De Biase e Cosimo Dianese, che secondo la Procura avrebbero aggredito e minacciato in più occasioni il personale di associazioni concorrenti.

Gli episodi contestati si susseguono dal novembre del 2011 al settembre dell’anno successivo. Secondo il magistrato la Croce Gialla era solo sulla carta un’associazione dedicata al soccorso di persone inferme, mentre in realtà era «asservita in modo esclusivo al procacciamento di clienti a beneficio dell’impresa di pompe funebri di Cioffoletti», che di fatto avrebbe controllato anche l’associazione di volontariato. L’obiettivo era quello di conquistare «una posizione dominante se non esclusiva» nell’organizzazione dei funerali sul territorio ebolitano. Ed è in questo ambito che gli inquirenti inseriscono, tra l’altro, le minacce di Antoniello e Dianese a un rappresentante della Croce Verde (a sua volta padre dell’amministratore di un’altra agenzia funebre) dopo che questi, nel novembre del 2011, aveva segnalato ai carabinieri il trasporto in ambulanza di un paziente già deceduto. Identica matrice per l’aggressione a calci e pugni avvenuta nel settembre del 2012 nel reparto di cardiologia e attribuita a De Biase. A farne le spese fu il titolare di un’altra impresa funebre, al culmine di un alterco «dovuto all’accaparramento del servizio di trasporto e delle successive esequie di un soggetto ivi deceduto». Subito dopo, nel piazzale Scuola medica salernitana antistante l’ospedale, il figlio dell’imprenditore sarebbe stato a sua volta minacciato con un bastone e schiaffeggiato da Antoniello.

Alcuni mesi prima, a gennaio, a subire le intimidazioni sarebbe stato un volontario della Croce Azzurra che stava sistemando a bordo di un’ambulanza dell’associazione un paziente appena dimesso: «Qua comandiamo noi, tu non devi caricare nessuno altrimenti vengo a prenderti sotto casa e ti picchio» il tenore delle minacce attribuite ad Antoniello. Un ventaglio di accuse da cui gli imputati dovranno ora provare a difendersi davanti al giudice dell’udienza preliminare Emiliana Ascoli. L’udienza è fissata a maggio, con ipotesi di reato che vanno dall’illecita concorrenza al falso sugli orari di decesso. Del collegio difensivo fanno parte Orazio Tedesco per Cioffoletti, Agostino De Caro per Bertolini e Antonio Ferrari per i tre dipendenti della Croce Gialla.

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