IL CASO

Guerra dei tre metri all’ex Cirio: sbloccata la gru della “Pyramis”

Il Tar accoglie il ricorso dell’impresa edile dei Pappalardo contro il Comune di Pontecagnano Faiano

PONTECAGNANO FAIANO - La “Pyramis” batte il Comune di Pontecagnano Faiano. Le toghe della seconda sezione salernitana del Tribunale amministrativo regionale, guidate dal giudice Nicola Durante , hanno bocciato il diniego del Comune all’istanza di variante al permesso di costruire, rilasciato nel 2010, per la realizzazione di edifici ad uso residenziale e commerciale nell'area degradata e dismessa dell’“ex Cirio”, a via Torino. Il no del Comune alla realizzazione degli interventi che la ditta aveva richiesto tre anni dopo la sottoscrizione del piano di lottizzazione del 2017, che l’amministratore della srl, il noto imprenditore Guido Pappalardo , aveva stipulato con l’Ente di via Alfani nel 2017, ha convinto la società, assistita dall’avvocato Marcello Fortunato , ad adire le vie legali. E i giudici amministrativi hanno dato ragione all’impresa, considerando fondata l’istanza per la realizzazione di un ulteriore livello.

La società ha agito negli ambiti indicati dalla legge regionale del Piano Casa, in quanto l’intervento fu realizzato in un’area industriale dismessa. Maglie più larghe, quelle previste a livello regionale proprio per venire incontro alle difficoltà che hanno riguardato il settore dell’edilizia. Il Comune contestò l’istanza in riferimento alla volumetria, alle distanze e all’altezza dei manufatti di via Torino. In questa zona, il limite è fissato a 21,50 metri. Con il progetto esposto in variante i manufatti avrebbero assunto un’altezza di 24,30 metri. Il Comune disse no. Ora i giudici dicono sì: «La deroga al parametro delle altezze è espressamente contemplata dalla norma regionale, che, per quella specifica tipologia di manufatti dismessi, non solo era in vigore al momento delle due convenzioni, ma lo è attualmente e, pertanto, può trovare applicazione al caso di specie».

Per il Tar, vista la compatibilità della variante con la disciplina urbanistica, il Comune non poteva limitarsi a rigettare l’istanza «per contrasto con la convenzione vigente sul mero rilievo che quest’ultima ha posto alla base del titolo edilizio da variare i parametri originari della zona omogenea B del Piano regolaore generale, ma doveva primariamente verificare la possibilità di rilasciare un nuovo titolo convenzionato, cioè assistito da una nuova convenzione modificativa della precedente», si legge in un passo della sentenza. Una storia, quella degli alloggi di via Torino, costellata da non pochi ostacoli. Nel 2010 fu rilasciato il permesso di costruire. Un anno dopo, la convenzione con il Comune. Poi nel 2015 giunse il provvedimento di sequestro, a firma del giudice per le indagini preliminari che accolse l’istanza della Procura della Repubblica di Salerno: nel 2017, a seguito del dissequestro ordinato dal Tribunale, Comune e privato stipularono una nuova convenzione con i contenuti identici a quelli previsti in precedenza. Nel 2020 arrivo a Palazzo di Città l’istanza di una variante al permesso di costruire risalente al 2010 da parte della “Pyramis”, Finita da alcuni mesi a questa parte nell’occhio del ciclone su iniziativa dei residenti per la presenza di una gru al centro del Parco residenziale. Una battaglia sostenuta dal “Meetup” di Pontecagnano Faiano. In una recente nota sono ritornati sulla questione chiamando in causa gli enti preposti.

Emanuela Anfuso