Guasto a Tavernola, stop alla depurazione 

I reflui direttamente nelle acque del Tusciano fino a quando l’Asis non eseguirà gli interventi di riparazione

Stop alla depurazione delle acque. Un guasto paralizza Tavernola: si ferma l’impianto. Ora i reflui finiranno direttamente nel Tusciano: inquinamento autorizzato finché l’Asis non riparerà il guasto. Via libera allo scarico in deroga. E intanto la sindaca Cecilia Francese bussa a soldi a Palazzo Santa Lucia.
Il guasto. Il depuratore di Tavernola, riavviato di recente dopo i lavori di adeguamento tecnologico, si ferma a causa della rottura del rotostaccio, un filtro attraverso il quale i liquami vengono strigliati: è la sezione dei trattamenti preliminari, quella a monte del processo di purificazione delle acque. Quel filtro non ha retto alla sgrigliatura dei corpi grossolani trasportati dalle acque piovane. E di lunedì, il 24 settembre, sulla scrivania della Francese arriva una nota dei vertici dell’Asis, l’azienda speciale idrica che gestisce la piattaforma. «Servono interventi urgenti di straordinaria manutenzione», scrivono. E due giorni dopo, la prima cittadina, a nome del Comune, proprietario del depuratore, comunica al dirigente tecnico di Palazzo di Città il fermo impianto causato dal guasto «imprevisto e imprevedibile».
Nel Tusciano. E così Carmine Salerno, il numero uno dell’area tecnica comunale, sottoscrive un’autorizzazione, in deroga alle prescrizioni previste dalla licenza, al superamento dei valori limite di emissione, visto che, come si legge, «per il fermo impianto, necessario all’esecuzione dei lavori, i reflui urbani dovranno necessariamente essere collettati nel fiume Tusciano». Nell’atto si parla di 120 giorni di deroga: sono i tempi previsti dalla direttiva tecnica regionale del 2012. Il primo mese, fino al 26 ottobre, è quello del fermo totale dell’impianto, mentre gli altri tre mesi, fino alla fine di gennaio 2019, servono per il riavvio del depuratore alle condizioni d’esercizio. Sono i tempi previsti dalla legge, ma da Palazzo di Città assicurano che il problema dovrebbe essere risolto a breve.
Appello a De Luca. Intanto, con una delibera, la giunta chiede a Vincenzo De Luca il lasciapassare per poter spendere i 507mila euro avanzati dall’adeguamento tecnologico: economie di gara (275mila) e di appalto (273mila), che l’amministrazione vuole riutilizzare per sopperire alle carenze del progetto redatto dalla Sogesid, l’azienda di fiducia del ministero dell’ambiente, che a Tavernola, accanto al revamping della linea dei reflui urbani, non aveva previsto un potenziamento per la gestione delle acque meteoriche, che trasportano le impurità che hanno distrutto il rotostaccio, e una rifunzionalizzazione della linea di trattamento fanghi. Un ingegnere comunale, Marcello Malangone, ha redatto degli studi di fattibilità per realizzare le opere complementari chieste dall’Asis: sono stati trasmessi a Napoli con la delibera. L’Asis aveva chiesto ulteriori installazioni da 245mila euro: soldi che, per ora non ci sono. E così il Comune ha rinviato queste opere.
Carmine Landi
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