Guasti e cumuli di rifiuti, stir a rischio 

Numerose criticità emerse dal sopralluogo dell’Arpac. Il Comune: «Irregolarità da sanare in sette giorni o si chiude»

Lo stir è saturo e rischia la chiusura. Sul piazzale sono addirittura accumulati i rifiuti che Battipaglia produce in 365 giorni. Dalla relazione dei tecnici dell’Arpac, che ieri hanno effettuato un sopralluogo tra le mura dell’impianto di via Bosco II, emergono numerose criticità riguardanti uno stabilimento all’interno del quale non c’è più spazio neanche per un sacchetto. E poi i guasti, i malfunzionamenti, le perdite: c’è di tutto nel report impietoso a firma dei funzionari dell’agenzia regionale, che hanno consegnato le carte a Cecilia Francese.
E da Palazzo di Città, il diktat ai vertici di “EcoAmbiente” prende la forma di un’ordinanza sindacale: sette giorni di tempo per il ripristino dello stato dei luoghi e, qualora nell’arco d’una settimana l’emergenza non rientrasse, la Francese imporrebbe la chiusura dell’impianto.
Ieri mattina in città sono tornati gli uomini dell’Arpac: Stefano Sorvino li ha inviati su richiesta della sindaca e dell’assessore all’ambiente, Stefania Vecchio. I funzionari, muniti di “nasi elettronici”, si sono immediatamente recati all’impianto tmb, il cosiddetto stir: a scortarli c’erano gli agenti della polizia municipale, agli ordini del tenente colonnello Gerardo Iuliano, e i dipendenti comunali dell’ufficio ambiente, guidati dall’architetto Angela Costantino. Tutti a turarsi i nasi: l’odore era nauseabondo, più delle altre volte. E fino alla provinciale 195 c’erano decine di camion in fila: «Siamo qui da ieri sera», hanno raccontato gli autotrasportatori assonnati. E la task-force, accolta dal responsabile del centro Vincenzo Apicella, s’è recata all’interno dell’impianto. Soltanto sul piazzale, c’erano 5mila tonnellate di secco indifferenziato stoccate illegittimamente: è più o meno la produzione annua dell’intera città di Battipaglia. E i gestori hanno spiegato che lo stir è saturo, ma a Palazzo di Città non l’avevano mai ufficialmente comunicato. Danni alle tubazioni: negli scrubber, le apparecchiature che abbattono le polveri e le sostanze microinquinanti, ci sono evidenti rotture, con conseguenti perdite di gas non depurati. E poi il materiale filtrante usurato e gli infissi aperti. Alcuni portelloni sono divelti, danneggiati pure dalle fosse piene fino all’orlo, e quello a chiusura rapida è danneggiato.
«Non possono accettare più alcun conferimento se non smaltiscono», dice la Vecchio. E tuona: «Se le irregolarità non vengono sanate entro sette giorni, lo stir chiude».
Carmine Landi
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