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Grimaldi «Ripartire da Orvieto»

SALERNO. «L’idea di costruire un nuovo partito, pur di non affrontare i grandi nodi ideali (ed ideologici) che sono sul campo, e di farlo anche in nome di bandiere identitarie non mi affascina»....

SALERNO. «L’idea di costruire un nuovo partito, pur di non affrontare i grandi nodi ideali (ed ideologici) che sono sul campo, e di farlo anche in nome di bandiere identitarie non mi affascina». Michele Grimaldi, responsabile della segreteria nazionale dei Giovani democratici non ci sta con il «solito scaricabarile» per lui: «Il Pd così com’è non funziona, ma non funziona perché, paradossalmente, è stato cosa altra da quello per cui era nato ad Orvieto, ovvero: ricostruire la presenza e la funzione dei corpi intermedi della società, difendere e applicare sul serio la Costituzione (lavoro, uguaglianza, diritti), riallacciare reti e connessioni tra dinamiche sociali e rappresentanza, sconfiggere il populismo e la demagogia, organizzare e difendere il conflitto e gli esclusi». Per questo motivo: «Se qualcuno pensa che il problema sia solo cambiare qualche faccia o qualche simbolo non sono d’accordo». Il partito nazionale «è lo specchio del territorio quando ci conviene, non lo è quando si devono rintracciare responsabilità. Abbiamo fatto le parlamentari e, già in quella occasione, si è dimostrato tutto il correntismo interno».

Così, «non basta più mettere toppe e rappezzi, il Pd deve rinascere da quella idea originaria e che sia condivisa da tutti. Ma quando esplode sul voto segreto del Presidente della Repubblica ci troviamo difronte a qualcosa di incompiuto». ©RIPRODUZIONE RISERVATA