GOVERNO IN BILICO Renzi: «Serve un nuovo governo» De Luca: «Ora svolta di sostanza»

La direzione del Pd di fatto ha chiuso l'esperienza del governo Letta. Sul palco anche il sindaco di Salerno interessato all’esito dello “scontro fratricida” e che resta in corsa per un dicastero. Letta al Quirinale per dimettersi

La Direzione del Pd ha approvato con 136 favorevoli, 16 contrari e 2 astenuti il documento presentato dal segretario Matteo Renzi. I lettiani avevano lasciato i lavori.  Il documento proposto da Matteo Renzi alla Direzione del Pd, che prevede la nascita di un nuovo governo, ha ricevuto 136 sì. I voti contrari sono stati 16, due gli astenuti.

«A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri». È quanto si legge in una nota, diffusa da Palazzo Chigi, di Enrico Letta.

«Spieghiamo che non stiamo facendo alcuna staffetta ma stiamo cambiando il nostro atteggiamento politico. Non ce la faremo a spiegare tutto con le parole, ma dobbiamo farlo con i fatti e con una svolta di sostanza che sia percepibile dal Paese». Lo ha detto il viceministro Vincenzo De Luca intervenendo alla direzione del Pd. «Dobbiamo passare immediatamente dal piano istituzionale a quello economico e sociale. Questa è la nostra sfida - aggiunge - Il governo Letta ha fatto cose interessanti ma vi sono state anche misure e decisioni sconcertanti. Io sono tra quelli che ha valutato negativamente la questione dell'Imu. È stato un governo che ha presentato, come fatti compiuti, titoli di leggi ai quali non ha fatto seguito niente». «Ho guardato con grande preoccupazione a quello che è accaduto nel settore delle infrastrutture - conclude - È stato consegnato nelle mani dei nostri avversari-alleati. Non possiamo continuare in questo modo. Abbiamo visto ricostituirsi la filiera della protezione civile, vecchie lobby».

Il totoministri per il governo Renzi impazza già da giorni, ma da oggi le linee telefoniche sull'asse Firenze-Roma, si sono fatte davvero roventi. I posti a bordo sono contati ed i pretendenti tanti. Più di qualche passeggero sicuro, fino a ieri, del biglietto rischia di rimanere a terra mentre qualcun altro (molti degli attuali ministri) potrebbe essere scaricato in acqua. Dato per partente è il responsabile dell'Economia Fabrizio Saccomanni. Per la sua sostituzione è corsa a quattro tra l'economista Tito Boeri, l'imprenditore Andrea Guerra (ad di Luxottica), l'ex ministro Fabrizio Barca e l'economista Lucrezia Reichlin. Il posto, una sorta di scialuppa di salvataggio, era stato offerto in extremis anche ad Enrico letta che ha però rifiutato.

Altro dicastero «affollato» è quello del Lavoro. In pole c'è ancora Fabrizio Barca, che gode della stima del sindaco di Firenze per quanto fatto sui fondi europei con il governo Monti. A rovinargli la festa potrebbe essere Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil ed ex segretario del Pd; mentre appare più defilata l'attuale responsabile Lavoro del Pd Marianna Madia. Tra coloro che non saranno riconfermati ci sarebbe anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri (attaccata da Renzi dopo lo scandalo Ligresti). Al suo posto dal Csm potrebbe arrivare Michele Vietti. Tra i fedelissimi di Renzi dovrebbero trovare spazio soltanto Maria Elena Boschi alle Riforme (al posto di Gaetano Quagliariello di Ncd) e Graziano Delrio, probabile nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio o, in seconda istanza, al ministero per i Rapporti con il Parlamento.

Partita aperta anche sulle Infrastrutture. Maurizio Lupi potrebbe perdere il dicastero a vantaggio di un esponente Pd: al suo posto in lizza il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Salerno Vincenzo De Luca che oggi in direzione, di fatto, si è candidato ufficialmente. Il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti potrebbe andare al ministero per i Rapporti con il Parlamento al posto di Dario Franceschini ma solo nel caso che quest'ultimo divenga nuovo presidente della Camera al posto di Laura Boldrini (Se Sel entra in maggioranza ed appoggia il governo). In bilico vengono dati Mario Mauro alla Difesa e Massimo Bray alla Cultura. Una delle ipotesi più suggestive vedrebbe andare alla Cultura lo scrittore Alessandro Baricco. Pari modo per l'Agricoltura, libera dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, potrebbe andare il patron di Eataly Oscar Farinetti. Dovrebbero essere riconfermati, invece, i ministri Andrea Orlando ed Emma Bonino. Confermati anche i ministri in quota Ncd: Angelino Alfano al Viminale e Beatrice Lorenzin alla Sanità.