VERSO LE REGIONALI

Governatori “per forza” nel remake di 5 anni fa

De Luca, Caldoro e Ciarambino candidati dopo la “caccia alle alternative”- E nelle liste è lotta interna 

SALERNO - Ben 27 liste ai nastri di partenza, 7 in più rispetto al 2015. E 8 candidati presidente, mentre 5 anni ne furono “solo” 5. Già questi dati possono fare riflettere, anche se, comunque, dopo un lustro, in concreto non è cambiato nulla: i tre principali competitor sono sempre gli stessi: Vincenzo De Luca (centrosinistra), Stefano Caldoro (centrodestra) e Valeria Ciarambino (Movimento 5 Stelle). È come se il tempo si fosse fermato, anche se con una sostanziale differenza: stavolta il governatore uscente è De Luca, mentre Caldoro è lo sfidante. Anche De Luca, comunque, è stato sulla graticola, almeno fino a quando le sue quotazioni non sono schizzate alle stelle per la gestione dell’emergenza sanitaria. Nello stesso Pd, infatti, c’è stata più di qualche titubanza e pure De Luca ha dovuto subire il “fuoco amico”. Anche Caldoro s’è sudato il placet dagli alleati. In questo caso, a remare contro, è stata soprattutto la Lega che, fino all’ultimo, ha cercato un candidato alternativo, un rappresentante della società civile che potesse sostituire Caldoro. Ed è rimasta in Purgatorio la stessa Ciarambino, che è stata pronta a fare un passo di lato, per consentire la discesa in campo del ministro Sergio Costa. La capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale è rimasta in disparte, fin quando non è tramontato la possibilità di un accordo con il Partito democratico.

Regionali del 2015. Nel 2015 uscì vincitore De Luca, che ebbe la meglio sull’uscente Caldoro, ottenendo 987.927 voti (41,15%), contro i 921.481 voti del governatore uscente (38,38%) e i 420.839 voti (17,52%) della Ciarambino. Il partito più votato fu il Pd con 443.879 voti (19,49%), seguito da Forza Italia con 405.773 voti (17,81%) e dal Movimento 5 Stelle con 387.546 voti (17,01%). A Salerno furono eletti 9 consiglieri regionali: 6 nel centrosinistra (Franco Picarone, Tommaso Amabile, Enzo Maraio, Maria Ricchiuti, Nello Fiore, Luca Cascone), 2 nel centrodestra (Monica Paolino e Alberico Gambino) e 1 nei 5 Stelle (Michele Cammarano). Il più votato in assoluto nel Salernitano fu Picarone, con 17.125 preferenze. Su un totale di 4.965.599 elettori ne andarono alle urne 2.578.767, con una percentuale del 51,93%. Salerno fu la provincia con maggior affluenza: su 986.005 aventi diritto si recarono alle urne 547.617 elettori (55,53%).

Centrosinistra. Ai nastri di partenza ci sono 15 liste, contro le 9 di 5 anni fa. L’unico uscente a non tornare il pista è il segretario nazionale del Partito socialista, Enzo Maraio. Per il resto ci sono conferme e qualche new entry di sicuro spessore. L’assessore del Comune di Salerno, Nino Savastano, in Campania Libera prende il posto di Enrico Coscioni che 5 anni fa fu il primo dei non eletti. Fiore, nella stessa lista, staccò il pass per Palazzo Santa Lucia con 10.935 preferenze ed è questo, probabilmente, il muro che dovrà superare Savastano. Perché nel centrosinistra c’è una concorrenza interna spietata: uniti ma nemici. Nella stessa lista del Pd ambiscono a ritornare a Napoli gli uscenti Picarone e Amabile, ma spingono per rubargli il posto Michele Buonomo e Simone Valiante. Accesa è anche la competizione in Italia Viva, con Ernesto Sica, Tommaso Pellegrino, Nico Mazzeo e Tonino Cuomo. Nello stesso Psi c’è la possibilità di prendere il posto di Maraio e, in questo caso la partita si gioca tra Giovanni Guzzo, Salvatore Bottone, Antonello Di Cerbo e Andrea Volpe. E la “battaglia” per il seggio in Regione si consuma anche nei Popolari-Fare Democratico, con la Ricchiuti che dovrà guardarsi le spalle dalla concorrenza interna dell’assessore re- gionale al Turismo, Corrado Matera, dall’assessore comunale di Salerno, Gaetana Falcone e dall’ex consigliere regionale, Giovanni Baldi.

Centrodestra. La prima, e per ora unica polemica, dopo la presentazione delle liste, c’è nel centrodestra e, precisamente, nella Lega. Proprio in zona Cesarini è stata esclusa Lidia De Sio, ex assessore al Comune di Pellezzano. La De Sio è stata sostituita in fretta e furia nonostante avesse già cominciato la campagna elettorale. La motivazione ufficiale è il suo coinvolgimento in una vicenda giudiziaria, mentre a detta di molti alla base della scelta ci sarebbero manovre interne al partito di Matteo Salvini. Al di là dei colpi di scena dell’ultima ora, comunque, anche nel centrodestra la concorrenza interna è feroce. Le liste in campo sono 6, 2 in meno rispetto al 2015. In Forza Italia, la lotta è tra l’uscente Paolino, Roberto Celano, Lello Ciccone, e Costabile Spinelli. Fratelli d’Italia presenta un “buco” su Salerno città, in quanto non c’è un candidato espressione del capoluogo, nella città dove il partito ha eletto un senatore, Antonio Iannone, alle ultime politiche. Si contendono la successione di Alberico Gambino, Nunzio Carpentieri, Giovanni Fortunato e Imma Vietri. E affollata è la start list nella Lega, con il pole Aurelio Tommasetti e Valentino Di Brizzi.

Gaetano De Stefano