LA POLEMICA

Gori, un nuovo balzello. L’ultimatum dei sindaci 

Nelle bollette spunta un “deposito cauzionale” imposto dalla società idrica

FISCIANO. «Liquidiamo la Gori e ripubblicizziamo il servizio idrico». È lo slogan unanime che i rappresentati della rete dei sindaci hanno manifestato a Roma, dove una delegazione dei sindaci della Rete per l’acqua pubblica ha incontrato il neopresidente di Acea (socio privato del gestore campano Gori spa, che di fatto ne detiene il diretto controllo operativo), Luca Alfredo Lanzalone, negli uffici del quartier generale della società quotata in borsa.
Tra i delegati anche il capogruppo di maggioranza del Pd di Fisciano, Franco Gioia, incaricato dal sindaco, Vincenzo Sessa, a seguire da vicino le vicende della società che gestisce il servizio idrico nel proprio territorio per contrastare i presunti abusi che la Gori (società che gestisce il servizio idrico anche nell’ambito Sarnese-Vesuviano e in molti Comuni della Valle dell’Irno) attua ai danni degli utenti.
Gioia si è recato a Roma insieme ai colleghi delle amministrazioni comunali di Casalnuovo, Nocera Inferiore, Pagani e Roccarainola, in rappresentanza dei venti primi cittadini che aderiscono alla Rete per l’acqua pubblica, con la partecipazione del deputato Luigi Gallo per dire ancora una volta no alla Gori.
Lungo l’elenco di disservizi, gravi mancanze e irregolarità gestionali presentato al numero uno di Acea, il quale ha detto di condividere le forti preoccupazioni espresse da amministratori e cittadini sulla gestione Gori. In particolare, è stato evidenziato l’insostenibile squilibrio finanziario della società, sepolta da una massa debitoria di oltre 250 milioni di euro. Il delegato di Fisciano ha anche esposto i disagi che attualmente stanno subendo gli utenti della Valle dell’Irno, che in questi mesi stanno ricevendo le fatture del tributo idrico indicante una voce aggiuntiva “deposito cauzionale”, definito come «ingiusto balzello» che fa lievitare il costo del servizio.
Una duplice strada ora si para davanti al nuovo cda di Acea: o dismettere le quote azionarie di Gori, il cui valore è stimato nei 39 milioni già accantonati nel bilancio della multiutily capitolina, oppure tentare l’ennesimo rilancio, con un non meglio precisato piano di efficientamento e un programma di rientro dell’enorme mole di debiti, per evitare che siano proprio gli utenti a doverne fare le spese attraverso gli aumenti. A Fisciano, come negli altri Comuni aderenti alla Rete dei Sindaci, si sono dichiarati pronti a promuovere ogni tipo di iniziativa a tutela dei contribuenti vessati.

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