NEW YORK

Gli Usa sganciano la madre di tutte le bombe

La Nord Corea minaccia Trump: "Noi pronti alla guerra nucleare"

NEW YORK. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'enorme bomba da quasi 10 tonnellate, la più potente di quelle non nucleari, in Afghanistan per colpire i tunnel scavati dal sedicente Stato Islamico (Is) nella provincia orientale di Nangarhar. Lo rende noto il comando centrale americano. L'azione rientra nelle ''misure in corso per sconfiggere l'Is" nel Paese "nel 2017''. ''Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l'eliminazione dei combattenti dell'Is e le loro strutture'', spiegano dal comando, sottolineando che ''sono state prese precauzioni per evitare vittime civili''. Si tratta dell'ordigno GBU-43/B, nota come la 'madre di tutte le bombe', che secondo le fonti sarebbe stata lanciata alle 19 (ora locale). E' la prima volta che questo tipo di bomba viene usata su un campo di battaglia. Obiettivo del raid i tunnel scavati dall'Is e i miliziani riuniti nel distretto di Achin. La bomba era stata realizzata durante la guerra dell'Iraq. Secondo le fonti citate dalla Cnn, a sganciare la bomba contro l'Is è stato un MC-130 delle Forze speciali dell'aeronautica militare americana.

A firmare l'autorizzazione per l'uso dell'ordigno è stato il comandante delle forze americane in Afghanistan, il generale John Nicholson. Dal peso di quasi dieci tonnellate, la bomba ha la potenza di distruggere qualunque cosa nel raggio di centinaia di metri. L'esercito americano sta valutando i danni nella provincia afghana di Nangarhar, che confina con il Pakistan. Il Comando centrale americano ha fatto sapere in una nota che l'azione rientra nelle ''misure in corso per sconfiggere l'Is in Afghanistan nel 2017'', sedicesimo anno della guerra condotta da Washington nel Paese. ''Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l'eliminazione dei combattenti dell'Is e le loro strutture'', prosegue il testo, sottolineando che ''sono state prese precauzioni per evitare vittime civili''. Trump, un successo - Il presidente americano Donald Trump ha rivendicato come un "successo" il lancio e ha criticato il suo predecessore Barack Obama. "Sono molto, molto orgoglioso. Veramente un altro lavoro di successo. Siamo molto orgogliosi dei nostri militari.

E' stato un altro evento di successo", ha detto rispondendo alle domande sulla super bomba, secondo quanto riferisce il sito 'The Hill'. "Se guardate a quanto è successo nelle ultime otto settimane e lo paragonate con quanto successo negli ultimi otto anni, vedrete che c'è una tremenda differenza", ha aggiunto, con un evidente riferimento ai due mandati di Obama. Interrogato in proposito, il presidente americano ha detto di aver autorizzato l'uso della bomba. L'area colpita - "Abbiamo preso di mira un sistema di tunnel e grotte che i combattenti dell'Isis utilizzano per muoversi liberamente, in modo da poter colpire più facilmente i militari e i consiglieri americani e le forze afghane nell'area". Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, che - citato dai media americani - ha sottolineato come siano state prese le precauzioni necessarie per evitare vittime civili e "danni collaterali". Le testimonianze - Il raid aereo americano avrebbe provocato la morte di molti militanti dello Stato Islamico, fra cui il fratello di un importante leader del gruppo terrorista. Lo riferisce un funzionario locale citato dalla 'Bbc'. Fonti locali aggiungono che l'esplosione è stata così potente da essere stata udita anche in due distretti vicini al luogo del raid. "L'esplosione è stata come un forte terremoto", ha raccontato un soldato afghano al quotidiano britannico 'Guardian'. Secondo un altro testimone locale, l'area colpita era stata completamente occupata dai militanti dello Stato Islamico e non vi erano più civili. Esmatullah Shinwari, deputato afghano della provincia di Nangarhar, ha però detto al 'Guardian' di aver saputo da fonti locali che sarebbe stati uccisi un insegnante e suo figlio.

La Corea del Nord "non resterà con le braccia incrociate" in caso di un attacco preventivo americano e "andrà in guerra" se gli Stati Uniti "lo sceglieranno". Lo ha affermato il viceministro degli Esteri nordcoreano Han Song Ryol in un'intervista all''Ap', rilanciata dai media internazionali, tra i quali 'Washington Post' e 'Guardian', sostenendo che il prossimo test nucleare sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno. Il viceministro ha poi accusato il presidente americano Donald Trump di aver creato un "circolo vizioso" di tensioni nella penisola coreana.