il progetto

Gli spazi delle scuole ormai abbandonati destinati ad aree verdi

SALERNO. Le scuole di Salerno partecipano al programma “Landesign | ali-ment-azione”. E a Salerno è stato pure previsto un altro obiettivo, oltre a quello di educare alla dieta mediterranea: il...

SALERNO. Le scuole di Salerno partecipano al programma “Landesign | ali-ment-azione”. E a Salerno è stato pure previsto un altro obiettivo, oltre a quello di educare alla dieta mediterranea: il progetto vivaio. Si tratta di un proposito ambizioso, che ha già trovato adesioni in moltissimi istituti, di qualsiasi ordine e grado: recuperare gli spazi abbandonati delle strutture scolastiche e trasformarli in aree verdi dove coltivare i prodotti che poi andranno sulle “tavole”. Un “gioco” che coinvolge tutti gli alunni in età scolare, dall’infanzia fino alle superiori, e che ha trovato l’appoggio entusiastico dei dirigenti scolastici, che hanno aderito all’iniziativa, e dei genitori e delle associazioni.

E tutti i progetti saranno esposti al prossimo Expo di Milano, in uno stand dedicato. La presentazione dell’iniziativa, che è già arrivata nella fase operativa, si è svolta, ieri mattina, presso la Sala del Gonfalone di Palazzo di città. Ad esporre al folto pubblico di addetti ai lavori i traguardi già raggiunti e le prossime mete, sono stati il vicesindaco Eva Avossa e Maria Dolores Morelli, docente di disegno industriale e vice presidente “Orto di San Lorenzo”. «Abbiamo aderito immediatamente al progetto – ha evidenziato Avossa – perché è importante che le future generazioni imparino una sana e corretta alimentazione. E, inoltre, Salerno si prefigge anche la realizzazione degli orti verdi, con partner importanti come diversi vivai, la Coldiretti e la Centrale del latte. D’altronde come Comune serviamo alle mense scolastiche 1800 pasti, con prodotti biologici, e prossimamente stamperemo anche un opuscolo che sarà distribuito ai genitori». Si è soffermati sui dettagli del progetto, Morelli. «A Salerno saranno recuperate aree esterne abbandonate all’incuria – ha spiegato – e riconvertite in orti urbani o giardini d’agricoltura, per diffondere la cultura del territorio, la sua rigenerazione e le sue tradizioni anche agroalimentari». Ma il programma, come ha evidenziato Morelli è teso anche alla costruzione di «una piattaforma scientifica multidisciplinare permanente sul tema dell’alimentazione».

Gaetano de Stefano

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