gli sbarchi

Gli scafisti restano in carcere Oggi il riesame per altri due

Restano in carcere i due scafisti – un eritreo e un palestinese – arrestati a Salerno agli inizi di agosto con l’accusa di aver guidato i barconi della speranza che avevano portato in Italia circa...

Restano in carcere i due scafisti – un eritreo e un palestinese – arrestati a Salerno agli inizi di agosto con l’accusa di aver guidato i barconi della speranza che avevano portato in Italia circa trecento migranti. Il Tribunale del Riesame ha respinto le istanze di scarcerazione avanzate dai difensori Rosario Fiore e Gianluca Salzano e ha confermato la custodia cautelare in carcere. Per i giudici hanno piena validità le dichiarazioni dei migranti, che hanno riconosciuto nei due indagati gli aguzzini che li hanno guidati nel viaggio verso le coste di Lampedusa. Un tragitto in cui circa duecento persone hanno perso la vita, soffocate nella stiva in cui erano rinchiuse quando una delle imbarcazioni si è ribaltata. Alcuni di quei cadaveri sono stati ritrovati e ora gli scafisti rischiano un’accusa di omicidio in aggiunta a quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sebbene continuino a definirsi essi stessi vittime e a dichiarare che sarebbero stati altri ad organizzare il viaggio e a scortarli fino alle acque internazionali, minacciandoli di morte se fossero tornati indietro. La loro versione sarà confrontata venerdì con quella di una trentina di passeggeri, in un incidente probatorio disposto dal giudice delle indagini preliminari. Oggi chiederanno invece la scarcerazione al Riesame altri due scafisti: una coppia di tunisini arrestati l’1 settembre dopo l’attracco a Salerno della nave Virginio Fasan della Marina militare.