Gli Saprvieri tra folk e ballate d’amore

I brani: Sparviero; Arare in silenzio; Campo dei Fiori; Ruga antica

Il loro folk rock strizza l'occhio alla tradizione del nostro paese. A quelle ballate che riescono a fare ammeno di nacchere e tamburelli, di tammorre e zampogne. Ma allo stesso tempo restano saldamente legate al nostro territorio, alla tradizioni di posti, luoghi e uomini. Gli strumenti tradizionali sono "sostituiti" dal sassofono e poi ci sono le chitarre a ricordare che anche Pontecagnano, piuttosto che Morigerati o Pollica non sono periferie dell'impero. Gli Sparvieri sono un gruppo salernitano che segue la scia di formazioni di genere come le nostrane Pozzo di San Patrizio piuttosto che Melisma. Anche in questo caso, proprietà di scrittura e impatto sonoro rendono il loro debut un lavoro interessante, un cantautorato maturo (che ricorda il primo De Andrè, soprattutto negli arrangiamenti) di storie glocal ma che possono essere figlie del mondo, di quel mondo degli ultimi che è uguale ovunque. Su tutte l'omaggio al sindaco pescatore Angelo Vassallo assassinato senza ancora un assassino. "Ruga antica", il brano, che nella parabola del verso "....chiudiamo gli occhi sul presente. Ed il passato nei suoi gesti. Piangendo la nostra sconfitta. Per non avere sensi di colpa" racconta, forse, tutto le contraddizioni di questa terra.

I musicisti: Fabio Natella (voce e testi); Daniele Apicella (batteria); Stefano Petrosino (chitarra); Roberto Giugliano (piano e tastiere); Boris Bottoni (sassofono); Luca Staffiere ( basso tracce 2 e 4); Giuseppe De Martino (basso tracce 1 e 3)