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Gli oggetti “ricreati” nei lavori di Carbone

NAPOLI. È indubbiamente un gioco che piace a qualunque bambino, quello di smontare, riassemblare, distruggere, ricreare, uccidere e riportare a nuova vita, non solo ciò con cui si gioca ma anche,...

NAPOLI. È indubbiamente un gioco che piace a qualunque bambino, quello di smontare, riassemblare, distruggere, ricreare, uccidere e riportare a nuova vita, non solo ciò con cui si gioca ma anche, traslativamente, le persone e gli oggetti della vita stessa più prossima. Parliamo di Luca Carbone e di quel “bimbo” ispirato che si porta dietro, anzi dentro: la galleria Gino Ramaglia, in via Broggia a Napoli, presenta fino a giovedì le sue opere in una mostra dal titolo “Textures”, che rientra nell’ambito della rassegna “Artisti in vetrina”.

Carbone scava, giustappone, radiograficizza, con dovizia di particolari, i materiali che usa per provocarli, sottometterli, per porli in condizione di rendergli sempre il massimo delle possibilità di espressione che poi si riflettono nei diversi lavori. Ma questa personale diventa, inevitabilmente, anche una sorta di fermo analitico perché si possa fare il punto della situazione, lo stato inventariato dell’arte, di quel che si è fatto e di quanto si può fare, proiettando i due segmenti su uno sfondo infinito concepibile solo a livello artistico, si potrebbe dire. Ciò, in quanto caratteristica fondamentale da ripensare è qui un elemento di base come la luce. Sperimentare materiali e combinazioni rappresenta il frutto di quelle azioni fanciullesche di cui dicevamo, ma qui questo discorso si sviluppa ed evidenzia il suo vero significato che è quello più consono ai voleri di Carbone. E cioè indagare e accertare, ampliare e prospettivizzare la propria poetica riflessa passo passo nelle infinitamente estensibili potenzialità estetiche e rappresentative del bello, nel quadro di quegli esiti, delle sue opere che si tramutano in superfici e trame disparate, tessiture persino insospettabili e sorprendenti. Un corpus dove la funzione del colore e quella della luce collimano ma possono anche rivelarsi rigorosamente e specificamente alternative. E la funzione del bianco solo come luce si staglia potentemente su questo ordito facendosene però sfondo pronto ad accogliere e a far risaltare in maniera unica ogni cromia, ogni tratto, ogni segno, ogni sostanza.

La mostra può essere visitata tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30. (ci.ma.)

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