liceo alfano I

Gli insegnanti del coreutico mai esistiti per lo Stato

Prendono atto della poca attenzione ed evidenziano la criticità della loro condizione, ad oggi precaria e ancora poco chiara, anche i venti docenti dell’indirizzo coreutico, che insieme ai...

Prendono atto della poca attenzione ed evidenziano la criticità della loro condizione, ad oggi precaria e ancora poco chiara, anche i venti docenti dell’indirizzo coreutico, che insieme ai cinquantaquattro colleghi di quello musicale, dell’istituto Alfano I stanno portando avanti un moto di protesta per quanto sta accadendo. Ma se per i professori del liceo musicale la questione risulta essere drammatica, per quelli dell'indirizzo coreutico è più che mai critica. Le classi di concorso, per loro, non sono mai esistite prima di oggi e quindi non c’è mai stato un percorso abilitante. Per questo motivo non potranno partecipare al concorso indetto dal Miur. Ma facciamo un passo indietro. Nel Dpr 15 marzo 2010, all’articolo 13 comma 9, si indicava una convenzione tra i licei coreutici e l’Accademia nazionale di danza. Con ciò, ogni liceo riconosceva la presenza e la funzione, in qualità di docente, del pianista accompagnatore durante le lezioni di danza classica e contemporanea e nei lavoratori. La nuova classe di concorso per i pianisti, invece, ha decretato la loro estromissione da tutte le ore di accompagnamento, relegandoli ai soli laboratori. E ancora, tutti i principi didattici del liceo coreutico sanciti nel D.M. 211 del 7/10/2010 sono stati completamente stravolti. Nello specifico: è stato dato l’accesso alle classi di concorso in danza classica e contemporanea anche a coloro che posseggono il diploma in “Coreografia"£ É stato dato l’accesso al laboratorio coreutico anche al docente di danza contemporanea ed infine si è cancellata completamente la figura del docente in “Storia della danza”. Ad oggi si teme, anche, che chi ha maturato un servizio di più di tre anni non potrà avvalersi di alcun diritto ai fini di stabilizzazione o abilitazione riservata, perché è come aver lavorato per lo Stato senza essere realmente esistiti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA