spaccio in centro

Gli indagati ai domiciliari non rispondono al giudice

Tutti in silenzio gli arrestati ai domiciliari dell’operazione “Zia” chiamati agli interrogatori di garanzia davanti al giudice. La scelta del silenzio prosegue nella linea dell’indagata di spicco,...

Tutti in silenzio gli arrestati ai domiciliari dell’operazione “Zia” chiamati agli interrogatori di garanzia davanti al giudice. La scelta del silenzio prosegue nella linea dell’indagata di spicco, Anna Ferrante, riferimento principale dell’intero gruppo raggiunto lunedì all’alba dalle misure cautelari.

La Ferrante, ristretta in carcere, aveva già scelto il silenzio mercoledì scorso davanti al gip del tribunale di Nocera Inferiore Alfonso Scermino. L’unico a parlare era stato l’altro l’altro indagato finito in cella a Fuorni, il pregiudicato Bruno Petrosino, difeso dall’avvocato Antonio Sarno, che si era difeso dalle accuse contestate di tentata estorsione. La Ferrante secondo le indagini coordinate dal pm Marielda Montefusco e portate avanti al gruppo territoriale carabinieri di Nocera Inferiore, era la “zia” che riforniva e smistava droga di ogni tipo ad un piccolo gruppo di spacciatori, esponente della malavita nocerina in grado di procacciare cocaina hashish e marijuana, mantenendo contatti con fornitori dell’area Nord di Napoli. Lei stessa si recava direttamente a Scampia per effettuare gli acquisti di partite di droga. Gli altri indagati, tutti ristretti agli arresti domiciliari, sono sfilati ieri davanti al gip per i rispettivi interrogatori di garanzia, da Pietro Villani, nocerino, arrestato dopo diverse ore dal blitz, Diego Landino, trentacinquenne nocerino, Mario Tortora, ventenne nocerino noto alle forze dell’ordine, Vincenzo Bevilacqua, ventottenne noto alle forze dell’ordine già arrestato proprio con la Ferrante a Scampia, Giuseppe Fedele, trentaduenne incensurato, Alessandro Marrazzo, ventunenne con precedenti penali. L’inchiesta era nata da una denuncia orale effettuata da un debitore che doveva del denaro alla “zia”, preoccupato di una pesante punizione da parte della temutissima donna.

Anna Ferrante resta al vertice del gruppo, accusata di spaccio di ingenti quantità di droga, fuori dal vincolo associativo, con gli indagati accusati di singoli episodi di spaccio. L’area di riferimento degli spacciatori era la centralissima zona popolare nei dintorni della stazione ferroviaria, tra la vecchia metà del corso e i quartieri di Capocasale e Casale del Pozzo. La Ferrante nel corso delle attività investigative era stata arrestata durante un viaggio di acquisto all’ingrosso a Scampìa, insieme a Bevilacqua, con il sequestro probatorio effettuato dai carabinieri di Napoli di 650 grammi di marijuana destinati alla rivendita nella città nocerina, prima dell’attuale misura cautelare. La circostanza contestata invece al pregiudicato Petrosino riguarda la tentata imposizione estorsive fatta alla Ferrante.

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