Gli imprenditori parlano: altri arresti

Ordinanze di custodia cautelare della Dda per due estorsori del gruppo dei “palestrati”: chiedevano soldi per i detenuti

Parlano gli imprenditori taglieggiati ammettendo i pagamenti di tangenti e si allunga la lista degli arrestati. I nomi noti dell’economia ebolitana e dei paesi vicini compaiono nelle intercettazioni telefoniche disposte dalla Dda sul gruppo dei “palestrati”: vittime del “pizzo” che, convocate in caserma, alla fine rivelano l’identità dei loro taglieggiatori.

Nella mattinata di ieri i carabinieri diretti dal capitano Alessandro Cisternino, hanno dato esecuzione a due arresti. Dietro le sbarre è finito Rosario Maioriello, 54 anni, di Campagna, già ai domiciliari, considerato vicino al clan dei Serino di Sarno; ai domiciliari, invece, Paolo D’Alterio, 49 anni, originario del Napoletano.

Per la Dda i due avevano tentato un’estorsione a un imprenditore edile usando l’ormai logora frase in codice della vecchia camorra: “un aiuto ai carcerati”. L’episodio risale al periodo tra la fine di marzo e l’inizio di aprile scorsi. La vittima è stata prima “avvisata” tramite un amico. L’iniziale richiesta di “pizzo” – hanno accertato i carabinieri del nucleo operativo di Eboli, diretto dal tenente Francesco Manna – era stata affidata al conoscente dell’imprenditore destinatario del racket. Avviando il discorso con la frase “dillo al tuo amico”, espressione già usata in un’altra estorsione del gruppo ai danni di un intermediario finanziario. Seguito da un: “Diglielo all’amico tuo che la deve finire a Campagna, perché noi non ci fermiamo. Hai capitò”. La vittima era già stata intimorita: aveva appena subito un attentato incendiario.

Dopo il primo contatto con l’amico dell’imprenditore, fu Maioriello – scrive il gip Pietro Indinnimeo –ad avvicinare l’obiettivo del messaggio minatorio. Il pregiudicato campagnese, coinvolto nelle indagini sul giro di usura tra Eboli e Campagna, chiese un aiuto finanziario per i carcerati con espresso riferimento al gruppo delinquenziale con base operativa al Quadrivio di Campagna. L’uomo si rivolse così ai carabinieri per denunciare le pressioni subite e le richieste di denaro. In supporto degli investigatori sono arrivate le intercettazioni telefoniche che hanno confermato la minaccia estorsiva. L’impianto accusatorio messo in piedi dai carabinieri di Eboli, coordinati dal sostituto procuratore Vincenzo Senatore – è stato accolto dal gip Indinnimeo che ha disposto la misura cautelare in carcere per Maioriello e D’Alterio. L’ordinanza è stata eseguita ieri dai carabinieri. Maioriello era detenuto ai domiciliari con la facoltà di lasciare l’abitazione solo per alcune ore diurne per motivi personali. A casa di D’Alterio, invece, i carabinieri, nel corso della perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto un ingente quantitativo di stupefacente. Ben occultati sono stati trovati sei panetti per circa sei etti di hashish. La droga è stata sequestrata e del ritrovamento è stata informata la procura. L’inchiesta dell’Antimafia e dei carabinieri di Eboli è partita dopo l’attentato incendiario ai danni dell’agenzia ProfessionalFin di Campagna sulla statale 19, la notte tra il 20 e il 21 ottobre 2014. È dall’estate scorsa che i militari indagavano sulla gang che operava tra Eboli e Campagna. E le intercettazioni hanno svelato i nomi delle vittime.

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